A differenza di ciò che si pensa, quasi tutti i giocatori della Francia sono effettivamente nati in Francia

La squadra di Deschamps è specchio di un Paese integrato, semplicemente.

Quando si parla dei risultati della Francia, reduce da due finali Mondiali e una finale europea negli ultimi sei anni, spesso si fa riferimento alla composizione etnica della rosa di Deschamps. E cioè si insinua che l’organico dei Bleus sia composto da giocatori non propriamente francesi, che il ct in realtà peschi da un bacino reso enorme da una vecchia storia coloniale. Ovviamente si tratta di letture/giudizi superficiali, per non dire altro – anzi, lo diciamo: imbevuti di razzismoLa realtà è molto diversa, e basta consultare i dati per rendersene conto: quasi tutti giocatori francesi convocati per Euro 2024, infatti, sono nati su suolo francese.

Iniziamo dalla formazione titolare schierata contro il Portogallo: Maignan è nato a Caienna, capitale della Guyana francese, territorio francese d’oltremare incastonato tra Brasile e Suriname; Kounde è nato a Parigi, Theo Hernández è nato a Marsiglia, Upamecano arriva da Évreux, in Normandia, Saliba è nato a Bondy, cittadina dell’Île-de-France; Rabiot è nato a Saint-Maurice, sempre nell’Île-de-France, Tchouaméni è nato a Rouen, in Normandia; Kanté e Mbappé sono nati entrambi a Parigi, mentre Griezmann viene da Mâcon, la città più meridionale della Borgogna. L’unico giocatore nato lontano dalla Francia, tra quelli schierati come titolari Deschamps per la gara dei quarti di finale, è Marcus Thuram. Che è venuto al mondo a Parma, Emilia Romagna, Italia, quando suo padre Lilian giocava nel Parma.

Stessa tendenza anche per tutti gli altri convocati per gli Europei: solo il terzo portiere Samba e Camavinga sono nati in altri Paesi – il primo è nato nella Repubblica Democratica del Congo, il secondo in Angola – ma stiamo parlando di due giocatori che si sono trasferiti in Francia quando erano piccoli, molto prima che cominciassero il loro percorso di formazione calcistica. Insomma, considerarli non francesi sarebbe davvero assurdo. Lo sono esattamente come Pavard, Clauss, Giroud, Dembélé, Kolo Muani, Zaire-Emery, Fofana, Coman, Mendy, Areola, Knaté, Barcola, ovvero i giocatori entrati in campo da subentrati o rimasti in panchina contro il Portogallo. Anche loro sono nati tutti su suolo francese. Ma in verità, a pensarci bene, questa lista non conta. Non andava fatta: stiamo vivendo un Europeo – e un’era calcistica, parlando in generale – senza dei confini reali, in cui l’idea stessa di rappresentativa nazionale deve essere rivista, aggiornata, secondo dei canoni moderni. Con buona pace dei nostalgici, che magari dimenticano come l’idea di calciatore/sportivo oriundo, o anche semplicemente naturalizzato, esiste da sempre. Esattamente come l’emigrazione.