La nuova tattica del Manchester City è restare fermi con la palla al piede, senza fare niente

Pep Guardiola ne ha inventata un'altra delle sue.

Manchester City-Sparta Praga non era e non è stata una partita destinata a passare alla storia. In fondo, a pensarci bene, lo sapevamo già: la differenza tra le due squadre era troppo ampia perché potesse succedere qualcosa di indimenticabile. E infatti il risultato finale è stato 5-0 in favore degli uomini di Guardiola, Haaland ha segnato un gol fisicamente inspiegabile e così il City è salito a quota sette punti in tre gare di Champions League, con un bel +9 di differenza reti – che non guasta mai. Eppure, durante la gara, sono successe delle cose che hanno colpito – per non dire turbato – quelli che la stavano guardando. Delle cose strane, o comunque mai viste prima: in pratica, nel corso di diverse azioni, i difensori del City sono rimasti fermi con la palla al piede, senza fare niente. Oppure, al massimo, trotterellavano verso la propria porta, sempre tenendo il possesso. Insomma, è come se fossero rimasti sospesi, totalmente in stasi, per alcuni secondi.

Ne ha scritto The Athletic in un lungo articolo corredato di immagini e screenshot relativi a questa trovata tattica. Sotto, invece, trovate il video del gol del 4-0, segnato da Haaland: nei primi istanti si vede Akanji che scambia il pallone con Gündogan in surplace, ed è proprio uno dei momenti di sospensione di cui abbiamo parlato. Il video, però, serve proprio a capire la ratio della nuova diavoleria messa a punto da Guardiola: questa stasi serve a stanare, letteralmente, il pressing avversario, costringe i giocatori dello Sparta Praga ad avanzare un po’ e a liberare spazi in cui muovere la palla. Nel caso di specie, permette al City di trovare i corridoi giusti per risalire il campo, il tocco perfetto verso Haaland, la precisione chirurgica del centravanti norvegese:

Attirare il pressing avversario, olio su tela

Dopo la partita, quando gli sono state chieste spiegazioni in merito, Guardiola è stato abbastanza chiaro: «Nel basket hai 24 secondi, nel tennis devi fare qualcosa, ma se Ruben o Manu restano lì e dicono “Ok, non attacco”, cosa succede? Sinceramente non lo so. Nel calcio, per via delle regole, una squadra può restare 90 minuti nella sua area di rigore, senza fare nulla. Ci sono partite in cui una squadra segna un gol, si rintana nella sua area e aspetta che il tempo passi. E a chi ci riesce viene detto che è un genio. Non sto giudicando, non fraintendetemi: sto semplicemente dicendo ciò che succede. E allora forse restare fermi può essere un modo per costringere certe squadre a fare qualcosa. A non difendersi restando dietro. Passo dopo passo stiamo imparando, ma dobbiamo imparare a non essere impazienti. So che i giocatori e i tifosi vogliono cross e tiri e occasioni da gol, ma ci sono anche gli avversari. Ci sono 18 giocatori in pochi metri, non c’è spazio dietro, non c’è spazio tra le linee, è difficilissimo attaccare in certe condizioni».

Insomma, per dirla in poche parole: al Manchester City stanno studiando – e stanno anche attuando – una tattica che spinga/costringa gli avversari ad andarli a prendere, a pressare. Anche quando non vogliono farlo. Anzi, soprattutto quando non vogliono farlo. È l’evoluzione del possesso palla sterile: è un possesso appositamente sterilizzato che però funge da esca. È chiaro: la partita contro lo Sparta Praga era perfetta per un esperimento di questo tipo, così visionario, anche così strano, se vogliamo. Ora, però, la cosa divertente sarà capire se questo meccanismo sarà attuato anche contro avversari più forti.