La partnership tra C.P. Company e Bologna esalta le sottoculture della città

Il brand fondato da Massimo Osti ha un legame storico con la città e con la squadra.

Le colonne della bolognesità si ammirano facilmente dopo una partita al Dall’Ara, quando l’arbitro ha fischiato la fine e i rossoblù hanno anche, magari, vinto: i giocatori sotto la curva in cui spiccano ancora gli striscioni della controcultura dei decenni passati, dai Freak Boys ai Mods; la denominazione “Curva Andrea Costa” dal nome del fondatore del socialismo italiano; la musica che parte dagli altoparlanti, Cesare Cremonini e Lucio Dalla. Da oggi c’è un elemento in più: le divise dei giocatori dello “squadron”, che saranno firmate C.P. Company.

Il marchio fondato da Massimo Osti negli anni Settanta a Bologna è un’icona di sportswear e, da sempre, un mito per gli appassionati di calcio in tutto il mondo. Dopo aver annunciato la partnership con una delle squadre più influenti e forti del mondo – parliamo del Manchester City, nell’autunno del 2024 – ora C.P. Company torna a casa, diventando Fashionwear Partner del Bologna Fc. Il presidente di C.P. Company è oggi Lorenzo Osti, figlio di Massimo, e ha spiegato: «È per me un onore celebrare il legame fra C.P. Company e Bologna, la città in cui sono nato e cresciuto e con la quale, sia io che la mia famiglia, abbiamo sempre avuto un legame profondo. E farlo attraverso questa partnership con il Bologna FC è per me la chiusura di un cerchio, è il modo più autentico e naturale per celebrare il legame fra C.P. Company, Bologna e il calcio».

 

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Anche il video che celebra la partnership esalta il valore delle sottoculture del brand e della città: dal dialetto della canzone alle riprese in curva nord, dalle atmosfere del pub (anzi, dello storico Bar Ciccio) a… beh, a Gianni Morandi. Come dimenticarlo.