A Calciomercato – L’Originale si canta sempre: prima, durante e dopo la diretta. Qualcosa di inusuale per una trasmissione che parla di calcio. Decisamente Originale. Eppure è la prima cosa che balza all’occhio quando si va a trovarli nel backstage. Nel programma di Sky Sport è tutto originale. A partire dalla location. Niente studi di Rogoredo, sud est di Milano, ma 195 km più a nord, a Ossana, poco meno di mille anime all’inizio della Val di Sole, in Trentino. È questo piccolo borgo tutto case di pietra, chiesa e castello l’ultima sede della terza edizione itinerante dopo Siena, Sutrio, in Friuli Venezia-Giulia e Prato Nevoso, in Piemonte. «L’idea di fare un tour parte da lontano, ci pensavo da molto tempo», rivela Alessandro Bonan, da 20 anni volto del programma insieme a Gianluca di Marzio e Fayna. «Volevamo dare un tocco di novità, rinfrescare l’ambiente e soprattutto andare tra la gente, recuperare un rapporto umano con le persone». Sebbene ci fosse stata una piccola anteprima a Madonna di Campiglio nel gennaio del 2023, questa è la prima sessione di calciomercato invernale in giro per l’Italia. Il progetto è partito infatti nell’estate di due anni fa, in occasione del ventennale dello show. Quale miglior occasione di un compleanno così importante per trasmettere al pubblico quel senso di famiglia che si percepisce nel dietro le quinte?
Molto spesso il termine famiglia è abusato. In questo caso, però, se ne può parlare a ragion veduta. Anche per il semplice motivo che qui si vive uno accanto all’altro per tre mesi all’anno, uno in inverno e due d’estate. I ragazzi dell’Originale fanno tutto insieme: sciano insieme mentre Di Marzio è al telefono, pranzano insieme mentre Di Marzio è al telefono, si preparano insieme mentre di Marzio è al telefono, brindano insieme a fine puntata mentre Di Marzio è ancora al telefono. Settimane, le sue, passate tra Whatsapp e chiamate, con la costante preoccupazione di non aver campo ad alta quota per ricevere una notizia. «Un mattino ero talmente disperato che quando ho trovato un po’ di linea mi sono messo a urlare e mi hanno guardato tutti sbalorditi», racconta lui, sorridendo.
La giornata comincia presto, c’è da scoprire il territorio. Qui, vicino al Passo del Tonale, significa soprattutto infilarsi un paio di sci e salire sulla funivia che porta a 3000 metri. Alle 10 del mattino sono già tutti sulle piste, ospiti compresi. Bonan prende in giro Giancarlo Marocchi per quanta crema solare si sparge sul viso, Fayna fatica ad allarcciarsi gli scarponi. Luca Marchetti, altro componente storica della squadra mercato, inforca gli occhiali. Tempo di togliersi un po’ di neve dagli sci e si va, con il videomaker Giovanni Cintoli sulla motoslitta a filmare la discesa. Sarà lui poi a confezionare il videoclip di riassunto della settimana, tra montagne e prodotti enogastronomici della zona. «I luoghi che visitiamo devono servirci da spunto per fare un buon lavoro», svela Bonan. «La spina dorsale restano le notizie che diamo e approfondiamo, ma vogliamo godere delle bellezze che abbiamo intorno e farne un contenuto». Non è semplicemente un discorso di valorizzazione, ma di rapporti personali che si consolidano. Negli ultimi giorni, infatti, sono arrivate a Ossana diverse persone da Madonna di Campiglio, a una quarantina di minuti di distanza, semplicemente per salutare e prendere un caffè in compagnia. Significa lasciare un segno, dal punto di vista professionale e umano. D’altra parte il calciomercato non si fa più solo a Milano. Si conducono trattative via Zoom e, se c’è bisogno di appostarsi fuori le hall dei grandi alberghi, si può contare sulla colleghi di Rogoredo.
Cambiano i luoghi e cambiano le tempistiche. «Con i social e le tante pagine che si occupano di mercato, è sempre più complicato giungere alle 23, a ridosso della diretta, senza che una notizia non sia stata diffusa» precisa Di Marzio. Per questo all’Originale hanno cambiato strada, puntando sulla leggerezza. «Per divertire devi trasmettere il senso di amicizia che lega le persone», confessa Bonan. Se c’è un clima giusto, il programma funziona. È l’equazione della televisione, sembra semplice ma non è scontato. In un contesto sereno, l’avvicinamento al live è di assoluto relax. In questo gruppo ci si conosce e si lavora insieme da tanti anni, tutto diventa automatico. Un flow musicale che muove dalle sigle, scritte direttamente da Bonan e arrangiate con l’aiuto di Leonardo Lagorio, chitarrista che da qualche edizione suona in diretta. È quasi un unicum nella tv italiana avere un conduttore che compone anche i temi della trasmissione. Di fatto non sono semplici sigle, ma vere e proprie canzoni. Tanto che la prima mai composta, “Melioni di melioni” per qualche settimana è salita al quarto posto tra i pezzi più ascoltati in Italia.
«Siamo una jam session» scherza Roberto Popi Montoli, regista e autore del format insieme con i coordinatori editoriali Davide Bucco, Guido Barucco e lo stesso Bonan. Mai definizione è stata più azzeccata, basta guardare alla scaletta, un semplice foglietto con tre o quattro concetti evidenziati. E spesso, ci dicono, non viene neanche rispettata troppo. «Credo molto nell’improvvisazione», confida Bonan. «Ma chi improvvisa è uno che sa e non uno che non sa. Preferisco agire d’istinto e sorprendermi per primo di quello che accade». Vale a dire, per esempio, non conoscere quale sarà la notizia d’apertura data da Di Marzio. «Non sempre c’è il tempo di coordinarci», afferma Gianluca, «per questo conta molto l’intesa tra di noi».
«Le battute che vedete in onda sono reali», spiega Fayna. «Bonan mi prende in giro davvero, è questa la nostra forza». Quello dell’Originale è un trio ormai riconoscibile. Non si sentono dei personaggi, ma avvertono la responsabilità della materia. Si parla di calcio, ma nella comunicazione del 2025 che scorre in 3x, l’attenta verifica delle fonti risulta fondamentale. «Ci sono dei malati di mercato che studiano tantissimo», racconta Di Marzio, ridendo. «I videogiochi, specie quelli manageriali, hanno creato delle orde di appassionati preparatissimi e noi dobbiamo essere perfetti».
Fiducia e passione davanti alla telecamera, ma soprattutto dietro. Il responsabile di produzione, Ferruccio Zanotti, guida un team di una decina di persone coadiuvato da un service esterno. Il compito più duro è l’allestimento del palco. Si arriva in paese la domenica e si sceglie la location. «Lavoriamo dalla tarda mattina fino a sera inoltrata per preparare gli shooting», chiarisce Zanotti, «tra posizionamento delle camere, prove luci e mixaggio volumi». Qui, letteralmente, entra in scena il direttore di palco, Alfonso Catone. Quando c’è il pubblico si occupa di coordinare gli accessi e perché no, scaldare pure gli spettatori. Se, come a Ossana, si trasmette da un albergo, diventa gli occhi e le braccia del regista sul set. Segnala eventuali esigenze dei protagonisti, controlla i movimenti degli operatori, fa il conto alla rovescia.
Il paragone più immediato è quello con una squadra di calcio. Se ci si allena bene in settimana, allora la partita, la diretta in questo caso, scorre via liscia. Per comprendere l’anima dello show bisogna osservarlo dal camion regia. Di solito sono posti bui, freddi e decisamente rumorosi. Qui regna la pace. Poche indicazioni, quasi solo con il coordinamento di Milano e sguardo puntato sui monitor. L’obiettivo è arricchire il racconto con le immagini. Si macchia, come si dice in questi casi, ovvero si trasmettono le immagini sopra le parole, solo se serve. Il ritmo è alto ma non esasperato. Passano quaranta minuti e quasi non ce ne si accorge: gli ospiti, Walter Zenga, Valeri Bojinov e il giornalista Gianfranco Teotino, si divertono, ispirano il dibattito e si prestano alle gag di Fayna, come l’Originalino, il giornale ironico in cui si racchiudono i momenti più buffi della giornata. Qualche aggiornamento sul mercato delle big, la raffica di Gianluca e siamo già al punto dei saluti. Catone dà il countdown e le luci si abbassano. Si chiude come si era aperto: cantando.