Moise Kean ha fatto un’altra cosa giusta contro i razzisti

L'attaccante della Fiorentina ha pubblicato alcuni screen dei messaggi ricevuti in Direct. E non ha oscurato i nomi di chi l'ha insultato per il colore della sua pelle.
di Redazione Undici

Anche se sembra paradossale, l’ennesimo caso di razzismo in Serie A ha un risvolto positivo: Moise Kean, attraverso i suoi profili social, ha pubblicato gli screen degli insulti ricevuti dopo la partita persa contro l’Inter (1-2). L’attaccante della Fiorentina, che in settimana aveva realizzato due gol contro i nerazzurri nel match di recupero della 14esima giornata, finito 3-0 in favore della squadra viola, è stato preso di mira da alcuni tifosi dell’Inter: gli hanno dato della scimmia e hanno usato l’odiosa n-word nei messaggi privati su Instagram. Come detto, per tutta risposta, Kean ha fatto gli screen di quei messaggi e li ha pubblicati come Stories. Poi ne ha aggiunta una in cui dice «Ancora, siamo nel 2025». A cui ha aggiunto – giustamente – sette emoji di faccine che vomitano.

Inoltre, Kean ha cambiato la sua immagine del profilo – ora c’è una scimmia – ha aggiunto l’emoji di un gorilla al suo nome utente. E soprattutto non ha oscurato i nomi di chi ha inviato quei messaggi. Questo è il vero risvolto positivo: le persone che gli hanno dato del primate e l’hanno insultato per il colore della sua pelle, adesso, vengono riconosciuti per quello che sono. Dei razzisti. Come detto in apertura, si tratta di una cosa/scelta giusta: chi discrimina e crede di poter utilizzare i social e/o lo stadio nascondendosi tra la folla deve essere messo al centro della scena. Deve vergognarsi per ciò che scrive, per ciò che pensa. Per ciò che è. Anche la Fiorentina ha fatto la scelta giusta: il club viola ha deciso di presentare denuncia nei confronti degli autori di «questi pesanti attacchi a sfondo razzista». Come dire: un’altra buona notizia, o quantomeno una notizia importante.

Non è la prima volta che Moise Kean viene insultato per il colore della sua pelle. Gli è successo ai tempi dell’Everton e anche della Juventus: ricorderete l’episodio della primavera del 2019, quando l’allora attaccante bianconero – appena 19enne, per altro – fu preso di mira dalla curva del Cagliari e poi esultò fermandosi di fronte ai razzisti. Non sfidandoli, semplicemente guardandoli. Gli avevano dato della scimmia, ancora, e lui ha risposto in un modo anche pacato, vista la situazione. Fu criticato, qualcuno disse che aveva provocato i tifosi avversari. Ovviamente aveva ragione lui, non gli altri. Da allora sono passati sei anni, e le cose purtroppo non sono migliorate più di tanto. Allora forse è meglio reagire in modo ancora più crudo, ancora più diretto: pubblicando i nomi dei razzisti e gli screen dei loro insulti.

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