Yann Sommer, supereroe

Una parata meravigliosa su Yamal, almeno altri due o tre interventi decisivi: la partita col Barcellona è un apice altissimo, nella carriera del portiere dell'Inter.
di Redazione Undici 07 Maggio 2025 alle 08:06

Al fischio finale di Inter-Barcellona 4-3, la maggior parte di San Siro ha guardato solo lui. Da solo, accovacciato e stanco, vestito con una divisa attillata arancione. Esattamente come un supereroe che osserva da lontano il suo mondo che si sistema. Esausto, perché il lavoro è stato intenso, ma felice di aver ancora protetto la sua porta, la sua squadra. Anche la sua gente, in qualche modo. La stessa gente che, pochi istanti più tardi, lo ha acclamato per lunghissimi minuti, riconoscente per la gioia che le aveva regalato. L’istantanea più romantica della serata del Meazza per Yann Sommer è arrivata nel finale. L’istantanea più sorprendente, invece, a sette minuti dal termine. Lo schiaffo con cui ha respinto il sinistro a giro di Lamine Yamal, il teenager più forte del mondo e probabilmente anche di sempre, è una carezza ai sogni di migliaia di nerazzurri. Senza se e senza ma: quella parata è valsa una finale di Champions League, la seconda finale dell’Inter nelle ultime tre stagioni. Il miglior finale di un partita da film, avvincente proprio come in un action della Marvel o della Dc.

Sommer aveva bisogno di una notte di gala, di una notte in cui indossi il miglior smoking che hai nell’armadio. Nonostante fosse sempre stato considerato un portiere affidabile, non era mai entrato nella lista dei migliori d’Europa, neanche in una singola stagione. Ecco, da ieri sera qualche testa tra i responsabili dei premi individuali dovrà girarsi in direzione dello svizzero, soprattutto se l’Inter dovesse trionfare a Monaco di Baviera. La stessa città in cui, un paio di anni fa, era andato per sostituire l’infortunato Neur. Solo che poi il Bayern non gli aveva rinnovato il contratto, anche se con diversi complimenti. Aveva prevalso la politica del club: a 34 anni o sei una leggenda dei bavaresi o finisci a parametro zero.

La dirigenza dell’Inter è stata molto intelligente a offrirgli un posto, intuendo subito che l’ex numero uno del Gladbach fosse perfetto per l’uscita dal basso di Inzaghi. È impressionante la fiducia che i compagni hanno nei suoi piedi. Si appoggiano a lui in continuazione, quando devono alleggerire, quando devono far scattare il pressing avversario o cambiare lato del campo. Guardando solo alla Serie A, negli ultimi due campionati il portiere svizzero ha superato di gran lunga i 1200 passaggi. Un dato significativo.

Sommer si era già conquistato un posto nel cuore dei tifosi dell’Inter. Poi però ci sono delle partite, delle notti, che consolidano certi amori. Ecco: sarà stato il Barcellona, sarà stato il tipo di movimento in allungo o il fatto che ha fermato Yamal, ma quella parata al minuto 113′ ha sbloccato un ricordo. Stiamo parlando del balzo di Júlio César su Messi nella semifinale di ritorno del 2010 al Camp Nou. Anche allora l’Inter doveva resistere e conservare il vantaggio. Il suo duello con Lamine e con gli altri giocatori del Barça è stato una partita dentro la partita. Al 77esimo, sul 2-2, ha mandato in angolo un tiro potente del teenager spedito dritto all’incrocio. Nel recupero dei supplementari, invece, gli è andato incontro di qualche metro, quanto è bastato per chiudergli la visuale sulla porta e costringerlo a una conclusione affrettata e centrale. Sul 2-1 Inter, poi, aveva miracolosamente bloccato un destro di Eric García, liberato da solo in mezzo all’area di rigore dopo una transizione perfetta condotta da Pedri. La palla per tutto lo stadio sembrava già dentro, lui, in qualche modo, lanciandosi sulla traiettoria alla disperata, l’ha lasciata lì.

«È stato tutto incredibile, la squadra ha realizzato qualcosa di pazzesco, la parata su Yamal è speciale», ha detto Sommer a Sky Sport nel postpartita. «Avete presente il gol di Acerbi? Quante squadre ci avrebbero avuto la forza di ributtarsi in avanti dopo aver subito gol all’87’?», ha aggiunto subito dopo, sottolineando come il difensore italiano avesse immediatamente pensato di giocare da punta negli ultimi cinque minuti. Durante le foto di rito con il trofeo di Man of the Match, gli si è avvicinato Barella e gli ha dato un paio di bacini, come a voler riconoscere il suo impatto. Quando l’arbitro Marciniak ha soffiato per tre volte ne fischietto, quasi tutta la squadra è corsa ad abbracciarlo circondandolo. Una situazione inconsueta per un giocatore come lui, abituato a pochi eccessi. Il pallone della Champions è stato un suggello a tre o quattro momenti, le sue parate, che resteranno nella storia della Champions League. E che l’hanno consacrato: per tutti i tifosi dell’Inter, oggi più di sempre, Yann Sommer sarà considerato un supereroe.

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