Fallimento e prospettive del Milan Futuro

La retrocessione in Serie D della seconda squadra rossonera è un capolavoro al contrario. Ma che in qualche modo era stato "annunciato" dalle scelte fatte prima e durante la stagione.
di Redazione Undici
19 Maggio 2025

Vanno raccolte le ceneri del Diavolo. Dopo il disastro contro la Spal, che ha sancito la retrocessione fra i dilettanti del Milan Futuro – prima volta di sempre per una seconda squadra italiana –, nella pancia del club rossonero è tempo di riflessioni. E anche di una profonda autonalisi: com’è possibile che una squadra dal budget fuori categoria – 12 milioni di euro, saliti a 15 con il mercato di gennaio – sia crollata sotto i colpi del Girone B di Serie C, al suo primo anno di vita, in seguito a una presentazione in pompa magna? A posteriori, in queste ultime settimane, nessuno si stupisce che tutto sia andato storto con tanto di psicodramma. Eppure a inizio stagione era uno scenario inimmaginabile. Giammai da Milan, in ogni caso.

Le parabole dei rossoneri e della Samp, una categoria più su, insegnano però che ancora oggi nel calcio non basta spendere tanto. Nemmeno per centrare la salvezza in una serie minore – il minimo sindacale per la neonata selezione che avrebbe dovuto accompagnare la crescita della prima squadra. Non a caso, quello del Milan è stato un flop a ogni latitudine. Ma se per Pulisic e compagni è stata «una stagione fallimentare» – per stessa ammissione dell’a.d. Furlani, alla fine – che comunque ha portato con sé una Supercoppa Italiana, quella dell’Under 23 è arrivata a demolire le radici del progetto. Fino a rasentare i limiti del surreale: che senso avrà il Milan Futuro in Serie D, contro avversarie che strutturalmente viaggiano a tutt’altre cifre patrimoniali? I dubbi sull’alterazione sportiva del campionato restano, ma da regolamento FIGC – aggiornato nel 2024 – le squadre B hanno il diritto di continuare a esistere anche nei dilettanti. I contratti professionistici dei calciatori rossoneri, molti dei quali ancora in essere, potranno sembrare un paradosso, ma tecnicamente saranno ancora validi: il loro tesseramento è da ricondurre alla Lega Serie A. Una condizione che, di fatto, ne preserva lo status.

Sarà comunque un unicum, e senz’altro l’anno zero. Perché al Milan Futuro bisognerà rimettere in piedi tutto. A partire da una gestione sportiva indegna: soltanto Zlatan Ibrahimovic poteva scegliere Jovan Kirovski, carneade del calcio americano, come responsabile e direttore tecnico dei giovani rossoneri. Diverse esperienze dirigenziali nella MLS, niente di niente in Europa prima di venire catapultato negli spigolosi meandri della Serie C – forse sconosciuta, di sicuro sottovalutata. A nulla è servito poi il ripiego sul know how locale dell’allenatore, Daniele Bonera prima e Massimo Oddo poi, entrambi comprovati milanisti (ma quasi senza esperienza nella categoria: una ventina di panchine in due prima di accettare quella del baby Diavolo).

D’altronde è un campionato da battaglia, la terza serie. E questa rosa si è dimostrata tutto fuorché pronta a combattere. Anche per le caotiche direttive dello stesso Ibra, che la scorsa estate assicurava che Francesco Camarda sarebbe stato un pilastro del Milan Futuro. In effetti ne è stato il capocannoniere – sette centri in totale – ma, insieme ad Álex Jiménez, non ha potuto disputare i playout per non aver raggiunto la soglia minima delle 25 presenze. Una regola sacrosanta, proprio per impedire il travaso di calciatori dalle prime alle seconde squadre nel momento del bisogno. E tutelare invece chi, come la Spal, ha fatto il suo battendo sul campo i rossoneri nel doppio confronto.

Dunque raus, aria nuova. Difficile, oggi, immaginare da chi si possa ricominciare: i pezzi migliori saliranno di categoria, gli altri hanno dimostrato di faticare in Serie C. E la discesa fra i dilettanti ridurrà ai minimi termini l’appetibilità del progetto Milan Futuro per i nuovi innesti. Anche per le incognite contrattuali che comunque restano un tema: la non affiliazione alla Lega Nazionale Dilettanti implicherà diversi adeguamenti burocratici da affrontare nei prossimi mesi. Si prende tempo, si naviga a vista.

La beffa oltre il danno, inoltre, rischia di essere che il posto in C dei rossoneri potrebbe essere riempito dall’Inter. Perché anche nel club nerazzurro si lavora da tempo all’inserimento di una squadra Under 23 fra i professionisti: i dirigenti aspettano soltanto che si liberi uno slot per potersi iscrivere già per il 2025/26 e in caso di fallimenti altrui – preoccupano in primis le situazioni finanziare di Foggia e Lucchese – sarebbero davanti ai cugini nella graduatoria del ripescaggio. Un capolavoro di sventura. «Per noi Milan e Milan Futuro saranno una sola squadra», dichiarava sempre Zlatan ai nastri di partenza. «Ciò che farà Fonseca, lo farà anche Bonera. La filosofia è la stessa, un copia-incolla». Esonero, fiasco, incubo per due: l’hanno preso fin troppo alla lettera.

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