Il Crystal Palace ha vinto la FA Cup, ma potrebbe perdere la sua prima qualificazione a una coppa europea

A causa della multiproprietà del club (il fondo di John Textor detiene anche il Lione), i freschi vincitori della coppa nazionale rischierebbero l'esclusione dall'Europa League. Ed è pronta a intervenire la UEFA.
di Redazione Undici 21 Maggio 2025 alle 17:43

La beffa oltre la coppa. Per ora è solo un’ipotesi, ma i tifosi del Crystal Palace comincino a prendere provvedimenti emotivi: nemmeno la prima FA Cup della storia societaria, alzata sabato scorso a Wembley, potrebbe bastare per staccare il pass dell’Europa League. In ballo c’è il regolamento UEFA, che non permette a nessun soggetto di controllare più di un club partecipante alla stessa competizione europea. Nel caso del Palace, il principale azionista è John Textor – per il 45% delle quote –, cioè il medesimo proprietario del Lione, attraverso la Eagle Football Holdings. E se il prossimo weekend il Reims non dovesse battere il PSG in finale di Coppa di Francia – evento non così probabile – a qualificarsi per l’Europa League, grazie al sesto posto centrato in Ligue 1, sarebbe proprio l’OL. Una circostanza che la UEFA finora non prende in considerazione.

L’organo di controllo finanziario della federazione di Nyon sarebbe già al lavoro, esaminando il caso del fondo di Textor per poi prendere una decisione definitiva entro giugno. Ma perché, tra le due, dovrebbe rimetterci proprio il Crystal Palace? Il regolamento prevede che la priorità della qualificazione vada al club con il miglior piazzamento in campionato: con una sola partita a disposizione, Eze e compagni non potrebbero andare oltre il nono posto. E dunque a nulla servirebbe la qualificazione extra garantita dal trionfo nella coppa nazionale, se la UEFA dovesse stabilire che l’influenza di Textor a Selhurst Park va oltre i vincoli normativi. Secondo i quali, «essere in grado di esercitare qualunque influenza significativa nel processo decisionale di un club» non sarebbe compatibile con due squadre appartenenti al medesimo proprietario.

In tutta risposta il Palace è ancora ottimista, e contesterà che la sua struttura societaria consenta a Textor di prendere scelte unilaterali – il tycoon ha gli stessi diritti di voto dei co-proprietari Josh Harris e David Blitzer, oltre al presidente Steve Parish: nessuno di loro è vincolato al Lione. Inoltre la Eagle Football non sarebbe coinvolta in nessun aspetto operativo del club, un altro dei paletti posti dalla UEFA per garantire il regolare svolgimento delle competizioni europee. Ma che i dirigenti rossoblù convincano gli uomini di Ceferin, questo è tutto da vedere.

Il rischio concreto è che, insomma, il Crystal Palace dilapidi l’eredità della stagione migliore della sua storia, culminata con il trionfo in FA Cup sul Manchester City. Qualcosa che rimarrà per sempre nella memoria del pubblico e dei protagonisti, legittimata da 22 vittorie e 73 gol in tutte le competizioni: numeri da big, che i londinesi non sapevano di essere. Il salto di qualità e mentalità è certamente da attribuirsi a Oliver Glasner, al timone della squadra soltanto da un anno dopo aver vinto l’Europa League sulla panchina dell’Eintracht. Tentare l’assalto al bis, per l’allenatore austriaco, sarebbe un’impresa titanica già sul campo. Ma lui e i suoi ragazzi se la sono guadagnata sul campo: che peccato sarebbe non potersela giocare per colpa di un pasticcio dirigenziale. Onori e oneri delle multiproprietà che stanno ridisegnando il calcio.

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