Perché molti grandi club di calcio indossano le nuove maglie nelle ultime partite della stagione?

Tra scaramanzia e marketing, ci sono motivi dietro questa scelta.

Per ora in Italia lo hanno fatto solo Milan e Juventus, ma il trend in Europa è decisamente diffuso. Presentare la nuova maglia nelle ultime giornate della stagione è ormai un rito. Per i tifosi è motivo di curiosità e perché no, anche attesa, soprattutto se la stagione ha regalato poche gioie. La principale ragione che sta dietro questa scelta da parte dei club è sicuramente legata al marketing. Quale miglior occasione, infatti, per vendere le jersey se non indossate dai giocatori della propria squadra, magari nello stadio di casa e per festeggiare un trofeo, una grande qualificazione alle coppe? Nella testa dei fan scatta così il naturale collegamento tra i titoli vinti la stagione prima e la maglia in cui sfoggiarli. La t-shirt dell’Inter 2010/2011 ne è un esempio. Resta sempre una delle più amate di sempre, dato che esibisce tutte le patch del triplete. Ma a volte non è una semplice questione di affari.

Vestire la maglia della stagione successiva nelle ultime partite non è una novità. Già nel 1987, il Tottenham è sceso in campo nella finale di FA Cup con la divisa dell’anno seguente, finendo però sconfitto dal Coventry. Cinque club di Premier League hanno già svelato la maglia della stagione 2025/26, ma solo l’Arsenal l’ha mostrata in campo. Il Newcastle potrebbe seguirne l’esempio oggi contro l’Everton. In Inghilterra la decisione è connessa anche al Profit and Sustainability Rules (PSR), il fair play finanziario della Premier League. Molte società vogliono monetizzare il più possibile entro il 30 giugno, data di chiusura dell’anno fiscale.

 

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E poi c’è il fattore logistic0.  Le squadre ordinano le divise in anticipo in base alle stime, evitando così di accumulare scorte invendute. Se il kit attuale è quasi esaurito, lanciare il nuovo modello nell’ultima partita di campionato o in una finale è una mossa astuta.

Al di là del puro marketing, però, a volte c’entra anche la scaramanzia. L’anno scorso l’Arsenal ha deciso di non far debuttare la nuova maglia nell’ultimo match all’Emirates Stadium, quando era ancora in corsa per il titolo. Nel 2008, il Chelsea ha indossato la divisa da gioco dell’annata successiva nella finale di Champions League, ma ha perso ai rigori contro il Manchester United, con il famoso scivolone di John Terry. Quattro anni dopo, però, i Blues sono rimasti fedeli alla divisa con cui avevano raggiunto le finali di FA Cup e Champions League, vincendo entrambe le competizioni. Funziona e non funziona, va detto. Il City, per esempio, ha avuto la stessa idea del Chelsea, finendo comunque sconfitto in finale di FA Cup dal Crystal Palace.

 

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«Se raggiungi una finale importante, può esserci una riflessione interna: abbiamo giocato tutta la stagione con questa maglia, è giusto cambiarla?» ha rivelato a The Athletic un ex dirigente di un’azienda di abbigliamento sportivo. «E se invece la cambi e perdi, quella maglia potrebbe essere vista come “portasfortuna” fin dal primo giorno». I brand propongono, ma l’ultima parola, ovviamente, spetta ai club. È pur vero che ormai le prime anticipazioni delle nuove maglie escono sui siti specializzati, primo tra tutti footyheadlines.com, già dalla primavera. Tanto vale quindi mostrarle. Poi c’è chi è costretto comunque ad aspettar per svelare il nuovo kit. Il Liverpool, per esempio. I reds, infatti, dal primo agosto torneranno ad Adidas dopo l’interruzione del rapporto con Nike l?che li ha accompagnati in questa trionfale stagione. Oggi, quando alzeranno il trofeo della Premier, lo faranno ancora con la divisa che ha portato loro così bene negli ultimi mesi.

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