Fare le regole per il piacere di poterle cambiare. Gianni Infantino deve averlo pensato così, il Mondiale per Club: prossima mossa, alla vigilia del torneo negli Stati Uniti, portare a bordo Cristiano Ronaldo grazie a una notevole acrobazia burocratica. Perché l’Al-Nassr del portoghese, eliminato in semifinale dalla Asian Champions League, in questo modo non è riuscito a qualificarsi per la tanto nuova rassegna estiva. Esito inammissibile, per le dinamiche di una coppa che già di per sé parte con pochissimo favore di pubblico. CR7 è un brand. E come tale il presidente della FIFA lo vuole trattare, aprendo alla clamorosa indiscrezione – via YouTube – che permetterebbe all’attaccante di firmare con uno dei club partecipanti alla competizione, soltanto per la durata della stessa. Niente trucco, né inganno.
Infantino ha annunciato che la questione «è in fase di discussione: per chiunque fosse interessato ad arruolare Cristiano per il Mondiale per Club, saremmo pronti a considerare questo scenario». Praticamente un pubblico appello. Una preghiera. E, come scrive il Telegraph, nessuno dovrebbe più sorprendersi per le dinamiche di un torneo artificiale, contro ogni logica di calendario, finanziato dai sauditi e che funziona praticamente su invito. D’altronde la FIFA aveva già cambiato il regolamento per consentire la presenza dell’Inter Miami (cioè di Lionel Messi). E più in generale, il suo presidente era già andato abbondantemente in all-in per la riuscita commerciale del Mondiale per Club, di cui nessuno – al di fuori delle casse della Federcalcio globale – sentiva il bisogno. Oltre un miliardo di dollari di montepremi, pompati i broadcaster di tutti i continenti, biglietti a prezzi stracciati. Un luccichio diffuso che ha bisogno di testimonial d’eccezione, per autosostenersi.
In altre parole, il gran galà del calcio – dove “per Club” fa pensare al circolo dei miliardari nel dopolavoro, più che all’agone sportivo – non poteva privarsi di una star generazionale come CR7. E conoscendo Infantino e la sua ossessione, quasi certamente non succederà. Ormai si è andati troppo in là: tra un incontro con Donald Trump e un altro con lo sceicco bin-Salman – o magari entrambi, insieme, facendo infuriare i delegati FIFA – il dirigente svizzero ha messo in gioco la sua già vacillante reputazione su questo progetto. Fino a garantire dieci giorni di calciomercato extra, dall’1 al 10 giugno, alle 32 squadre partecipanti. Il conto alla rovescia per trovare una sistemazione a Ronaldo è già iniziato. Ne va del marketing globale: chi sogna il ritorno del portoghese al Real Madrid, anche solo per una notte d’estate, avrò modo di stropicciarsi gli occhi. Certe cose, forse, era meglio lasciarle alla PlayStation.
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