Nessuno vuole Cristiano Ronaldo in vista del Mondiale per Club

Infantino lo vuole per forza, ma il tempo stringe e le opzioni sono sempre meno: Al-Hilal e messicane in testa, mentre dal Brasile rimbalzano i vorrei ma non posso. E così CR7 si riscopre perfino una grana.
di Redazione Undici
28 Maggio 2025

Conto alla rovescia per CR7. Gianni Infantino sta facendo di tutto per portare il 40enne fuoriclasse portoghese al Mondiale per Club, anche a costo di cambiare il regolamento del torneo. Ma a poco più di due settimane dal match d’esordio, potrebbe non bastare. Perché dal Messico al Brasile, passando per l’Arabia Saudita, nessuna squadra sembra intenzionata all’arruolamento last minute di Cristiano Ronaldo. Che nel frattempo ha già archiviato l’esperienza all’Al-Nassr, ribadendo via social che «questo capitolo è finito». Aprirne un altro, anche soltanto per la parentesi estiva, si sta rivelando molto più complicato delle aspettative.

Il problema? Mica una questione di nome, o di età: molti club sarebbero infatti affascinati dal far vestire la propria maglia a un goat come CR7. «Vorremmo che fosse vero, ma purtroppo non c’è nulla: nessuna società brasiliana sarebbe in grado di ingaggiarlo in questo momento», questa è la voce che rimbalza fra Palmeiras, Flamengo e Botafogo. Perché si tratta comunque di un’operazione commerciale e non di una svendita: Cristiano in primis sdegnerebbe l’idea di firmare un contratto a prezzi stracciati soltanto per amor di FIFA (e di audience).

In questo senso hanno più risorse a disposizione Monterrey e Pachuca, le due messicane partecipanti al torneo. E ancora di più le squadre della penisola arabica: con l’Al-Nassr non qualificato, le uniche piste possibili sarebbero Al-Hilal e Al-Ain (quest’ultima diplomaticamente difficile, con Ronaldo che passerebbe dai sauditi agli emiratini). Un’altra alternativa esotica potrebbe profilarsi al Wydad Casablanca, che almeno a parole ha espresso vari apprezzamenti per il campione. Ma finora nessuna ha fatto il passo decisivo.

Da Rio de Janeiro, intanto, si racconta perfino che il Botafogo avrebbe tentato di aggirare lo scoglio economico invitando il cinque volte Pallone d’Oro a diventare socio del club – salendo a bordo del fondo americano di John Textor, che possiede la maggioranza anche del Crystal Palace e del Lione. Il tutto, naturalmente, comporterebbe la sua partecipazione da giocatore alla rassegna estiva della FIFA. Suggestione carioca, ancora più intrigante in prospettiva di un ultimo tango contro Leo Messi. Il tempo stringe, CR7 riflette. E, forse per la prima volta in carriera, si sta forse rendendo conto che non c’è più il mondo intero a fare la fila per lui. Per quanto Infantino voglia illudere il Mondiale che sia così.

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