In principio fu Maurito Icardi: in parabola discendente, si dirà. Poi Mertens e Osimhen, in rapida successione dal Napoli: l’uno a fine carriera, l’altro in rotta con il club. Lo stesso dicasi per Álvaro Morata, ultimo rinforzo di gennaio arrivato via Milan. Ma se tre indizi fanno una prova, al Galatasaray ce ne sono ben di più. Per spiegare che non si tratta di una semplice lista di nomi altisonanti, arruolati al momento e soprattutto al prezzo giusto: in Turchia vogliono tornare a fare le cose in grande. E il certificato di eccellenza si chiama Leroy Sané: 29 anni, tuttora un top player, le ultime otto stagioni trascorse da protagonista tra Manchester City e Bayern. Ora ripartirà da Istanbul, dal “solito” Gala. Che, naturalmente, l’ha già accolto nel consueto bagno di folla. «Mi avevano avvertito, ma un entusiasmo del genere non me lo sarei mai aspettato», sorride il giocatore dalla Turchia.
Eppure l’interrogativo resta. Il Galatasaray sarà anche un club di grande tradizione, il più titolato del paese, ma la Super Lig è un campionato periferico dell’Europa. E il calcio turco versa in condizioni tutt’altro che floride, per quanto anche altre squadre – dal Fenerbahce di Mourinho al Besiktas di Immobile – sappiano regolarmente pescare elementi di prestigio. La fragilità è sul versante economico innanzitutto, ma anche strutturale e giudiziario – risale allo scorso febbraio, proprio contro i giallorossi, la plateale azione dell’Adanaspor che abbandonò il terreno di gioco in protesta contro la Federazione e la classe arbitrale. Dunque l’interrogativo resta: come ha fatto il Galatasaray ad assicurarsi un giocatore come Sané?
Perché le prestazioni di Leroy continuano a essere di assoluto livello: sempre in doppia cifra tra gol e assist nelle sue cinque stagioni al Bayern, con oltre dieci passaggi decisivi di media. A fine giugno scadrà il suo contratto con i tedeschi. E non è il club a non avergli proposto il rinnovo, ma è stato l’attaccante a rifiutarlo. Poteva finire all’Arsenal, che lo sognava da tempo. Oppure al Chelsea, facendo in ogni caso ritorno in Premier League. O al limite cedere alle lusinghe dell’Arabia Saudita, sempre in agguato. Invece, nel giro di un paio di settimane appena, ha deciso di dire sì all’insospettabile candidatura del Galatasaray.
Come spiega L’Équipe, decisiva è stata l’opera di persuasione da parte dei dirigenti turchi per far capire a Sané che con questa maglia sarebbe diventato una superstar. Mica solo in Turchia: anche in Champions League, il Gala ha alzato l’asticella. E a questo punto Sané – che arrivò in Germania soltanto a trionfo compiuto, senza più rivincerlo – deve aver vacillato. Perché un conto è essere una stella fra tante, come finora gli era successo nell’arco di una scintillante carriera. Tutt’altro è guidare un’ambiziosa underdog, e in queste vesti l’esterno offensivo non si è mai cimentato.
C’è poi – inutile girarci attorno – l’aspetto salariale. E qui il Galatasaray è riuscito a mantenersi sorprendentemente competitivo: contratto triennale da nove milioni di euro a stagione, più tre di bonus. Cifre da top club. Ma, come detto, i giallorossi di Istanbul non dispongono di finanze tanto floride. La loro situazione debitoria è anzi aumentata, anche per pagare gli stipendi degli altri grandi nomi già in rosa. E come se non bastasse, da tempo la Turchia è in preda a una spaventosa inflazione che soltanto negli ultimi mesi ha accennato a rallentare. Dall’altro lato c’è però l’enorme linea di introiti garantiti da sponsorizzazioni – Osimhen e Mertens servono anche a questo – e premi sportivi: era dai tempi di Hagi e Hakan Sukur che il Galatasaray non vinceva tre campionati consecutivi. E altrettanto è trascorso dal suo unico doppio trionfo europeo (Coppa UEFA più Supercoppa nel 2000).
A garantire le risorse necessarie per permettersi un faraonico calciomercato ci sono anche altri aspetti: il supporto – diciamo così – del governo di Erdogan e poi un’ambizioso piano di progetti immobiliari che al momento sta raddrizzando il bilancio del Gala. Perché Sané potrebbe non essere il solo colpo dell’estate: nel mirino ci sono il Dibu Martínez, Bernardo Silva e Ilkay Gundogan. Verrebbe fuori una squadra non giovanissima, ma pronta a tagliare subito traguardi importanti. Con Leroy al centro di tutto: ha già ereditato la 10 di Mertens che invece ha salutato il club. Ormai c’è di più. Il Galatasaray intruso fra le grandi, come un quarto di secolo fa.