Il Crystal Palace, che sta per diventare dei New York Jets, è l’ennesimo club inglese che viene comprato da una grande squadra sportiva degli USA

Un'operazione da oltre 200 milioni di euro, che annovera una lunga lista di precedenti. E che consentirebbe così ai londinesi di partecipare alla prossima Europa League.

Un cambio di proprietà che potrebbe significare Europa League. Come sciogliere il dilemma, coi vertici del Crystal Palace comuni a quelli del Lione ed entrambe le squadre qualificate alla prossima edizione del torneo? Semplice: con l’arrivo di un nuovo investitore pronto a guidare il club. Che a questo punto – ­dovesse risolversi al contempo la questione sportiva – ­verrebbe acclamato a gran voce dai tifosi inglesi. L’attore economico che i fan del Palace dovrebbero ringraziare è niente meno che Woody Johnson, lo storico patron dei New York Jets, una delle principali franchigie dello sport americano. Come spiega il Guardian, l’offerta di Johnson per rilevare le quote societarie di John Textor al Palace – ­il 44,9% – ­ è stata accettata nella serata di domenica. Cifra dell’affare: 222 milioni di euro. Tanti, ma pur sempre un’inezia rispetto ai quasi sette miliardi che corrispondono al valore complessivo dei Jets – ­una vera e propria potenza all’interno della National Football League.

In questo modo, insomma, Johnson non diventerebbe ancora l’azionista di maggioranza del Crystal Palace. Ma tanto basterebbe per soddisfare i criteri d’indipendenza previsti dalla UEFA per la partecipazione alle proprie competizioni: il Lione rimarrebbe così saldamente nelle mani di Textor, mentre i rossoblù, freschi vincitori della prima FA Cup della loro storia, si affaccerebbero sul palcoscenico europeo senza altri problemi (le tempistiche regolamentari sono strette, ma sembra che la Federcalcio di Nyon sia pronta a venire incontro alle esigenze del Palace anche per rispettare il verdetto del campo). In ogni caso, il fondo Eagle Football Group – a cui fa capo Textor – non avrebbe alcuna intenzione di eclissarsi dal calcio inglese: quest’anno aveva già tentato inutilmente di comprare l’Everton, era in contatto coi Pozzo per l’acquisto del Watford e ora starebbe valutando di rilevare lo Sheffield Wednesday – ­un club militante in Championship, con cui tentare la proverbiale scalata alla Premier, nonostante il recente blocco al mercato in entrata fino al 2027.

L’operazione Jets-Crystal Palace segna così l’ennesimo caso di fumata bianca sull’asse Stati Uniti-Inghilterra. Più nello specifico, sport tra una graude squadra sportiva americana e una di calcio inglese. Rapida carrellata dei casi principali, in ordine alfabetico: l’Arsenal è guidato da Stan Kroenke, un miliardario il cui gigantesco portfolio comprende anche Los Angeles Rams (NFL), Denver Nuggets (NBA), Colorado Avalanche (NHL), Colorado Rapids (MLS) e Colorado Mammoth (NLL); l’Aston Villa è legato a doppio filo col proprietario dei Milwaukee Bucks in NBA; il Birmingham – a proposito di football americano – ­ annovera fra i soci di minoranza una leggenda come Tom Brady (storia analoga tra il Burnley e J.J. Watt); a fare le fortune del Bournemouth è invece il patron dei Vegas Golden Knights, franchigia NHL; il consorzio di cui fa parte il Chelsea di Todd Boehly compete con quello dei cugini dell’Arsenal (tris losangelino: Lakers, Dodgers e Sparks); il Fulham è stato rilevato da Shahid Kahn due anni dopo l’acquisto dei Jacksonville Jaguars (NFL); il Liverpool fa parte della stessa holding di Boston Red Sox e Pittsburgh Penguins (baseball e hockey); la famiglia Glazer, ai vertici del Manchester United, detiene anche i Tampa Bay Buccaneers (NFL); lo Swansea, che ha appena visto l’ingresso in società di Luka Modric, appartiene ai coproprietari dei DC United (MLS). Se l’elenco è da perdersi, le dinamiche di mercato sono invece chiarissime.

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