Per i club di MLS il Mondiale per club sta diventando un bancomat illimitato. Esaminando solo i premi partita, infatti, Seattle Sounders, Los Angeles FC e soprattutto Inter Miami stanno aumentando notevolmente il loro conto in banca, specie se si confrontano gli introiti con i premi concessi dal campionato nazionale. Certo, c’è da dire che il campionato americano è strutturato e quindi ragiona in maniera diversa: per garantire l’equilibrio competitivo, infatti, il premio riservato a chi vince la MLS Cup – ovvero il titolo nazionale dopo i playoff – è piuttosto basso, ovvero 300mila dollari. Per il club che arriva in finale, invece, sono riservati 150mila dollari; infine, le due squadre sconfitte in finale di Conference non va oltre i 100mila dollari di premio.
E torniamo al Mondiale per Club. Che, come dire, ha già minato in maniera forse irreversibile la competitività della lega: l’Inter Miami, infatti, ha già incassato premi per 21 milioni e mezzo di dollari. Basta fare una semplice divisione per rilevare che si tratta di una cifra che la società della Florida incasserebbe per 71 vittorie nella MLS. Ma come si arriva a questo montepremi così alto? Per la partecipazione la FIFA ha staccato un assegno da dieci milioni; altri quattro sono arrivati per i risultati ottenuti nella fase a girone, una vittoria e due pareggi. Gli ultimi sette e mezzo sono stati elargiti per aver raggiunto gli ottavi di finale. Insomma, un vero e proprio affare.
Le altre due squadre MLS sono “ferme” a cifre inferiori: gli Seattle Sounder, eliminati e con zero punti all’attivo, hanno incassato solo i dieci milioni del premio di partecipazione. La stessa cifra che hanno avuto anche i Los Angeles FC, anche loro fermi a zero punti in attesa della terza partita. Insomma, per una piccola comparsata le franchigie americane ci hanno guadagnato. E tanto. Il sistema USA, basato sulla compravendita e lo scambio di contratti e non di cartellini, non consente di riversare immediatamente questa liquidità sul miglioramento della rosa, ma i club potrebbero investire in strutture e beni di servizio che attraggano quelle star indecise tra loro e un’altra squadra. E se si allarga l’analisi agli eventi collaterali alle partite, alle percentuali sui biglietti e al merchandising dei tifosi arrivati in America, allora il conto sale ancora di più. D’altra parte erano stati gli stessi rappresentanti dei club a chiarire quanto l’operazione CWC fosse quasi più commerciale che tecnica. In pratica, conta partecipare più che essere competitivi. Il concetto olimpico di De Coubertin, ma per ragioni decisamente meno nobili.