La storia si ripete. L’insospettabile Villarreal è pronto a tornare in Champions League, dopo la semifinale centrata tre anni fa contro ogni pronostico. E lo fa nel segno di una squadra giovane, rinnovata, in grado di sorprendere ancora una volta il campionato spagnolo. Soprattutto grazie ai suoi attaccanti, sempre sconosciuti ma sempre prolifici: i nomi del momento, tra le file del submarino amarillo, sono Ayoze Pérez e Thierno Barry. L’uno attaccante 32enne, ex Newcastle e Betis. L’altro scuola Basilea, dieci anni in meno e altrettante garanzie sotto porta. Cioè poche, ai nastri di partenza. Invece si è rivelato uno dei tandem più prolifici della Liga: 30 gol complessivi, il timbro sulla qualificazione europea della squadra di Marcelino.
È la storia che si ripete, dicevamo, perché sono almeno trent’anni che il Villarreal – cambiano le società, perfino le categorie – mantiene una tradizione di eccezionale livello offensivo. All’inizio c’era stato Gica Craioveanu, pioniere fra gli attaccanti low cost presto fioriti all’Estadio de la Cerámica. Non dimentichiamoci poi delle magie di Giuseppe Rossi, degli exploit di Uche e Nilmar. Fino a quella che ormai è un’indiscussa bandiera del club come Gerard Moreno, semifinalista agli Europei con la Spagna nel 2021.
Più di recente, il Villarreal ha iniziato a sviluppare un sistematico ciclo del gol: comprare a poco, valorizzare sul campo, passare all’incasso con notevoli plusvalenze annesse. È successo così per Cédric Bakambu, comprato nel 2015 dal Bursaspor per 7,5 milioni e rivenduto a 40, tre anni dopo, al Beijing Guoan. È andata ancora meglio con Nicolas Jackson, frutto del settore giovanile: due estati fa ha lasciato Vila-Real in direzione Chelsea per 37 milioni di euro. E poi Alexander Sørloth, che dopo una sola stagione in maglia gialla ha visto le sue quotazioni schizzare al triplo del valore iniziale (da 12 a 30 milioni, l’Atlético Madrid paga e il Villarreal ringrazia: lo stesso era successo con Luciano Vietto, +15 milioni, nel 2015). L’impresa riuscì perfino con Alexandre Pato, quando il brasiliano era già in parabola discendente: in Spagna non fece particolari faville – 20 partite e sei gol – ma il Villarreal realizzò un vero e proprio capolavoro manageriale (acquisto dal Corinthians a tre milioni, rivendita al Tianjin Tianhai a 18).
Il dato impressionante è che nessuno di loro ha totalizzato più di 105 presenze – circa tre campionati – al Villarreal. Sintomo di una rigenerazione rapida ed efficace, che ora si perpetua con Pérez e Barry. La carriera dello spagnolo sembrava ormai sulla via del tramonto, ma dopo un’annata da topscorer, la più prolifica nel suo cv, tutto ancora può essere. Già spalancate invece le vie del calciomercato per il giovane francese: piace a molti club di Premier League e il Villarreal si sfrega le mani (pagato 14 milioni, in meno di un anno ne vale più del doppio). Sarà l’aria della valle del Douro, sarà un metodo di fare calcio che va ben oltre i gol. Ma quelli bastano e avanzano per monetizzare. E sognare in grande.