Con quest’ultima mossa, si può dire, la Premier League getta definitivamente la maschera. Il campionato inglese vuole diventare, se non lo è già, la NBA del calcio europeo e mondiale. Per qualità e competitività delle squadre, attrazione, indotto economico, aperture di mercato, bacino di pubblico e ricchezza dei proprietari è già il torneo nazionale più importante del mondo, e questa non è la novità. Ora, però, i manager inglesi guardano all’altra parte dell’oceano, ai vecchi amici americani, dal punto di vista dell’approccio puramente mediatico. Come riportato dal Telegraph, infatti, nella prossima stagione la copertura televisiva della Premier League introdurrà per la prima volta interviste ai giocatori sostituiti durante le partite. Tra le innovazioni ispirate allo stile statunitense, gli operatori televisivi potranno anche entrare in campo per riprendere da vicino i festeggiamenti dei gol e avranno accesso a spazi di solito preclusi, come gli spogliatoi. La lega aveva chiesto ai club di garantire maggiore accesso agli emittenti in vista del nuovo accordo sui diritti televisivi nazionali, e questo accesso è stato concesso – dopo una certa riluttanza iniziale.
Sky Sports avrebbe già sperimentato alcune di queste novità la scorsa stagione, dopo l’accordo con TNT Sports sul pacchetto da oltre 6,7 miliardi di sterline in quattro anni. Un esempio è l’intervista a Marcus Tavernier del Bournemouth, sostituito durante la vittoria per 3-1 sul Southampton lo scorso ottobre e poi a colloquio (quasi) immediato con un giornalista. Per soddisfare le richieste delle emittenti, desiderose di tenere il passo con i rivali americani, è stato raggiunto un accordo che consentirà di avvicinarsi all’azione come mai prima. Fonti vicine al progetto precisano che difficilmente tutte e tre le novità verranno utilizzate contemporaneamente in ogni partita ma i tifosi a casa sul divano potranno vedere giocatori appena sostituiti intervistati a bordo campo mentre il gioco prosegue. Un po’ come succede nella classica one-to-one a inizio secondo o terzo periodo di una partita NBA. Ai giocatori da intervistare dopo il cambio, sarà “concesso” qualche istante per riprendersi, poi andranno di fronte alla telecamere.
Le telecamere saranno ammesse anche negli spogliatoi, ma con restrizioni: ad esempio, mai durante i discorsi motivazionali dei manager. Durante i festeggiamenti dei gol, gli operatori utilizzeranno Steadicam per entrare in campo. Telecamere mobili sono già usate da tempo nell’NFL da emittenti come ESPN, ma nel calcio l’accesso al campo sarà limitato a pochi secondi, solo dopo le reti. La steadi, in realtà, non è e non sarà un’esclusiva del campionato inglese, ma si inserisce nel solco tracciato dalla Liga – che le utilizza già da qualche stagione e le aziona in occasione di esultanze e giocate d’impatto.
In sintesi, alle emittenti sono stati garantiti più contenuti dopo il record dell’accordo sui diritti TV. Le innovazioni saranno introdotte gradualmente e dipenderanno dalla collaborazione dei club. Si prevede che interviste e accesso agli spogliatoi avverranno in almeno due partite casalinghe per ogni squadra. Come detto, lcuni allenatori si sono opposti all’ingresso delle telecamere negli spogliatoi, considerati un “spazio sacro”, ma questo non è l’unico problema:cClub come Arsenal e Manchester City, che hanno già realizzato documentari esclusivi con riprese dentro gli spogliatoi, potrebbero essere reticenti anche per questioni contrattuali. Proteggere il valore futuro dei diritti TV, in un momento in cui gli esperti ritengono che abbiano raggiunto il picco, è una priorità per il campionato più ricco del mondo. Il nuovo pacchetto include 70 partite in più trasmesse live a stagione. Come riportato da The Guardian, il costo per partita è sceso da 10,19 milioni di sterline (2016-19) a 6,2 milioni nei prossimi quattro anni. In pratica si guadagna un po’ meno ma si investe sul prodotto. Una buona strategia, su questo non c’è dubbio.