In MLS, 19 squadre hanno un monte ingaggi inferiore a 20 milioni di dollari, ovvero lo stipendio di Messi all’Inter Miami

Pur di avere il fuoriclasse argentino, la lega del soccer sta rinunciando a uno dei pilastri dello sport americano: l'equilibrio economico e quindi competitivo.
di Redazione Undici

L’equilibrio competitivo è la base su cui si poggia l’intero universo dello sport americano. Da quelle parti pensano che tutti debbano partire con le stesse condizioni economico-finanziare e quindi sportive, in modo che ci sia una concorrenza leale e reale per la conquista del titolo. In un sistema senza retrocessioni, quindi in totale assenza di malus, questo principio resta il fondamento delle varie leghe, perché garantisce a tutte le franchigie la speranza di vincere il campionato, magari non subito ma nel medio lungo periodo. I vari sistemi di controllo dei conti, dal salary cap all’apron, funzionano perfettamente per basket, baseball, football e hockey, gli sport più seguito e importanti degli USA: club e leghe non hanno avuto bisogno di metabolizzare tutti i meccanismi, si tratta di cose connaturate. Nel calcio è tutto diverso, se non altro perché la MLS si deve rapportare a un mercato globale che si fonda sulla compravendita dei cartellini, non di contratti. Non deve stupire, quindi, il dato che viene fuori dalla pubblicazione ufficiale sugli stipendi delle squadre MLS: 19 delle trenta squadre MLS hanno un monte ingaggi inferiore a 20 milioni di dollari. Vale a dire l’ingaggio che l’Inter Miami garantisce a Lionel Messi per ogni stagione.

Inevitabile, quindi, che Miami guidi la speciale classifica dello spazio salariale occupato e dei compensi garantiti: la spesa del club di proprietà di David Beckham è di 46.836.635 dollari, il 37,2% in più rispetto alla seconda squadra per spesa, il Toronto FC. Il club canadese è attualmente penultimo nella Eastern Conference, con il suo registro salariale appesantito dal compenso garantito di Lorenzo Insigne (15.400.000 dollari), l’unico altro giocatore a guadagnare uno stipendio a otto cifre oltre a Messi.

Facendo un po’ di conti in tasca ai vari club, si nota come al terzo posto ci siano gli Atlanta United, con poco più di 27 milioni e mezzo di dollari; seguono poi Cincinnati, appena sopra i 23 milioni, le due squadre di Los Angeles – LAFC e Galaxy – e i Chicago Fire, tutte sopra i 22. I Philadelphia Union, in testa alla Eastern Conference e i San Diego FC che guidano la Western Conference, spendono rispettivamente 13 e 20 milioni di dollari per gli stipendi ai calciatori. È chiaro, quindi, che spendere di più non significa aver migliori risultati, specie considerando che, come detto, 19 club su trenta stanno sotto al tetto dei 20 milioni: si tratta di Austin, Charlotte. Colorado Rapids, Columbus Crew, DC United, FC Dallas, Houston Dynamo, Sporting KC, Minnesota United, Montréal, Nashville, New England Revolution, New Yokr City FC, Orlando City, Philadelphia Union, Portland Timbers, Real Salt Lake, San Jose Earthquakes, Seattle Sounders, St. Louis City e Vancouver Whitecaps.

Guardare il compenso di ogni giocatore aiuta anche a dipingere un quadro dell’equilibrio di ogni squadra. Un sottoprodotto della regola dei Designated Player è che le stelle più pagate incidono sul reddito collettivo più della maggior parte dei loro compagni. Per esempio, il compenso record di Messi rappresenta il 43,7% della spesa salariale totale del Miami, di gran lunga la percentuale più alta dedicata al top earner di qualsiasi squadra. All’estremo opposto c’è Marcel Hartel, con il compenso del centrocampista di 2,18 milioni di dollari che rappresenta il 12,1% del monte salari totale dello St. Louis City.

Rispetto alla scorsa stagione, 15 delle 29 squadre MLS hanno un nuovo top earner. Nella scorsa sessione di mercato invernale si è notato un ampio rinnovamento delle squadre in tutta la lega, con molti club che hanno portato nuovi giocatori di punta. Sebbene nei rilevamenti non siano indicate le spese di cartellino, vale la pena ricordare che il record di trasferimento in entrata è stato battuto due volte nell’ultima offseason: prima da Cincinnati, quando ha firmato Kévin Denkey dal Cercle Brugge per una cifra riportata di 16,2 milioni di dollari, e poi dall’Atlanta United, quando ha avquistato Emmanuel Latte Lath dal Middlesbrough per 22 milioni di dollari. Eppure nessuno dei due è il più pagato della propria squadra.

Riqui Puig perderà gran parte del 2025 dopo la rottura del legamento crociato nella finale della Western Conference, eppure è stato un grande protagonista della cavalcata verso il titolo dei suoi LA Galaxy. Il conseguente adeguamento di contratto lo riporterà quindi a essere il più pagato della squadra. Il suo compenso,, 5,78 milioni di dollari, è un balzo considerevole rispetto alla scorsa primavera, quando ne prendeva 2,45. Anche il nuovo accordo dell’ex compagno del Barcellona Jordi Alba con l’Inter Miami ha registrato un upgrade importante: da 1,5 milioni di dollari nel 2024 a 6 milioni di dollari nel 2025.

In totale, cinque dei 20 giocatori più pagati della MLS sono entrati nella lega nell’ultima offseason. Miguel Almirón porta a casa 7,87 milioni di dollari dopo il ritorno ad Atlanta dal Newcastle United, leggermente davanti al compenso garantito di 7,63 milioni di dollari dell’ex Napoli Hirving Lozano, ora a San Diego. Liberi dal pesante ingaggio di Shaqiri, passato un anno fa al Basilea, i Chicago Fire hanno garantito a Jonathan Bamba uno stipendio che supera i 5,5 milioni di dollari – comunque meno rispetto agli 8,1 milioni che elargivano allo svizzero.

La pubblicazione di queste tabelle porterà a delle inevitabili conseguenze: telefonate di procuratori che vorranno equiparare il compenso del proprio assistito a un altro giocatore dello stesso livello tecnico, proprietari convinti di aver preso un fregatura e giocatori scontenti. Certo, molti di quest’ultimi sono nelle prime fasi della carriera e potrebbero avere contratti homegrown, una giustificazione comprensibile per i loro stipendi a prezzo di saldo. Un fattore da non trascurare, infine, specialmente in ottica Nazionale, è che molti saranno i calciatori statunitensi che finiranno per guadagnare meno dei rivali più pagati attirati dall’estero.

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