Ma allora Francesco Pio Esposito e Valentín Carboni sono già pronti per giocare nell’Inter?

Chivu li sta lanciando al Mondiale per Club, il club nerazzurro vuole svecchiare la squadra (anche per motivi economici). E, allora, perché non tentare?
di Giovanni Zampiron

Per l’Inter, il Mondiale per Club coincide con un momento di profonda trasformazione. Dopo l’addio di Simone Inzaghi, l’arrivo di Cristian Chivu in panchina è del tutto coerente con il progetto di rifondazione silenziosa ma radicale avviato da Oaktree, che punta su una linea di sostenibilità economica, valorizzazione dei talenti cresciuti in casa e costruzione di una rosa più giovane, affamata e finanziariamente funzionale. Il nuovo allenatore, del resto, ha già dimostrato di saper lavorare benissimo con i giovani, come dimostra lo scudetto vinto con la Primavera nerazzurra nel 2021/22. E ora, approdato alla guida della prima squadra, ritrova alcuni dei ragazzi cresciuti sotto la sua ala: Berenbruch, Cocchi, De Pieri, ma soprattutto Valentín Carboni e Francesco Pio Esposito.

Che a Chivu non manchi il coraggio nel puntare sui giovani si è visto subito. E negli Stati Uniti i suoi ragazzi lo hanno ripagato nel miglior modo possibile: prima il gol di Carboni contro gli Urawa Red Diamonds, poi quello di Pio Esposito contro il River Plate. Due reti decisive, due segnali potenti da parte di due ragazzi che sembrano già pronti per qualcosa di più grande. Per entrare nelle rotazioni dell’Inter. Classe 2005, entrambi svezzati proprio dal tecnico rumeno, i due talenti nerazzurri hanno messo in mostra caratteristiche ben definite e una maturità sorprendente: Carboni ha esibito grande tecnica individuale, visione e fantasia; il gol contro gli Urawa Red Diamonds è arrivato grazie una conclusione scoccata appena dentro l’area di rigore, un colpo da biliardo in cui l’argentino ha combinato controllo orientato, rapidità d’esecuzione e precisione. Carboni è stato favorito da un rimpallo, è vero, ma servivano una lettura velocissima e una freddezza per trasformare quell’occasione in gol. Lui le ha avute entrambe, e ha fatto gol. Dopo un anno difficile, segnato dalla rottura del crociato durante il prestito al Marsiglia, il gol al Mondiale per Club potrebbe rappresentare il suo vero ritorno.

Abile dribblatore – il prototipo del cosiddetto “baller”, come verrebbe definito in Inghilterra – Carboni è particolarmente bravo nel puntare l’avversario e nello sterzare improvvisamente, per poi rientrare sul suo mancino e concludere dalla distanza o servire assist al millimetro con pennellate morbide. Un esempio? La partita contro la Juventus nel dicembre 2023, quando era in prestito al Monza: una prestazione brillante e spavalda. Ma anche nella sfida persa per 1-4 contro la Roma, sempre con la maglia dei brianzoli, ha illuminato il gioco con un filtrante illuminante per Birindelli. Nella partita contro gli Urawa Red ha toccato molti palloni, ha fatto da collante tra centrocampo e attacco. Sempre nel vivo del gioco. Rapidità nel tocco palla, imprevedibilità e un cambio di passo che, fatte le naturali e sacrosante proporzioni, ricorda quello di Messi. Non a caso, viene da dire, proprio Messi ha parlato di Carboni usando parole dopo l’amichevole Argentina-Guatemala in preparazione alla Copa America 2024: «È un giocatore diverso, ha un grande futuro»

A volte, perché un giocatore riesca a mettere in mostra le sue qualità tecniche, bastano pochi minuti di partita

Francesco Pio Esposito, dal canto suo, è un centravanti dal profilo completo, strutturato fisicamente (191 cm), dotato di un buon piede, abile nel gioco aereo, nella protezione palla e nella gestione spalle alla porta. È il tipico attaccante che sa far “salire” la squadra. Ma non gli manca nemmeno il killer instinct dentro l’area di rigore. Il gol contro il River Plate, in questo senso, è da manuale: movimento da prima punta pura, finta di corpo secca per disorientare Paulo Díaz e rasoterra in buca d’angolo con l’interno del piede destro.

In Serie B, con lo Spezia, ha messo insieme 17 gol stagionali e ha affinato tempi, posizionamento e lettura degli spazi. Ha dimostrato di essere un centravanti completo, forte nei colpi di testa, bravo nella protezione palla e nel ripulire i palloni facendo salire la squadra. In più, Esposito ha anche grandi doti balistiche dalla distanza: il gol su punizione nella partita contro il Catanzaro, semifinale playoff, è una prodezza assoluta. Potenza, precisione e palla sotto l’incrocio. Un colpo da fuoriclasse in divenire.  Rispetto a un profilo come Thuram, Esposito può rappresentare un’alternativa diversa, più orientata all’attacco dell’area di rigore, potenzialmente complementare sia al francese che a Lautaro Martínez. In questo senso, il gol realizzato contro il Palermo – torsione in area e spizzata di testa – è un’immagine significativa. Trovate tutto qui, in questa compilation piuttosto interessante: 

Resoconto completo di una bella stagione

A questo punto, stemperati gli entusiasmi di questi giorni, la vera domanda è: Carboni ed Esposito sono davvero all’altezza di reggere il peso della maglia nerazzurra? Sono davvero pronti per l’Inter? Risposta semplicistica: non può essere sufficiente segnare in Coppa del Mondo per Club, non possono bastare le buone giocate espresse con Monza e Spezia, serve capire se i due ragazzi abbiano già oggi il passo e la testa per reggere le pressioni di San Siro e competizioni ad alto livello.

D’altra parte, però, Chivu li conosce bene, ha già vinto con loro. E li sta introducendo in un contesto che è ancora tutto da modellare. In questo senso, è un bel segnale che il tecnico nerazzurro stia riponendo grande fiducia in loro. Anche perché parliamo di due ragazzi che hanno già fatto diverse esperienze formative, in contesti competitivi. Al Marsiglia, come detto, Carboni ha subito un gravissimo infortunio, ma il suo tecnico Roberto De Zerbi, aveva parlato di lui con parole impegnative: «L’ho voluto davvero fortemente in squadra, penso che diventerà un grandissimo giocatore. Ha già tante qualità, ma può crescere ancora tantissimo». Lo stesso discorso vale anche per Esposito, protagonista con lo Spezia in una lunga rincorsa ai playoff, culminata con la finale persa contro la Cremonese. Il suo allenatore, Luca D’Angelo, interrogato sulle qualità, ha detto che «la nostra rosa è tra le più giovani del campionato, ma quando i giovani sono come Pio Esposito va benissimo così». 

Ecco, il punto è proprio questo: potenzialmente, Carboni ed Esposito avrebbero – hanno – tutto ciò che serve per entrare nelle rotazioni dell’Inter. In attesa di capire quale sarà l’assetto definitivo dei nerazzurri, tra mercato e lavoro di Chivu in panchina, ci sono i presupposti per immaginarseli come backup dei titolari. Il loro inserimento sarebbe anche propedeutico alla rivoluzione in corso dentro il club nerazzurro, alla ricerca di una nuova sostenibilità tra campo e bilancio. Tutti questi lati/aspetti positivi, però, dovranno essere bilanciati con le ambizioni e quindi con le aspettative dell’ambiente-Inter: quando si tratta di ventenni, come Carboni ed Esposito, vanno messi in conto degli errori di inesperienza, vanno accettate preventivamente delle prestazioni non scintillanti, anzi è proprio attraversi questi passaggi che si formeranno i giocatori che saranno in futuro. Marotta, i dirigenti e Chivu, insomma, devono decidere come e quanto investire in questi due talenti. Sarebbero al loro esordio nel calcio “dei grandi”, ma le premesse e le promesse perché possano essere utili alla nuova Inter, però, ci sono davvero tutte.

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