La ristrutturazione e la conseguente riapertura del Camp Nou sono oggetto di dibattito da anni. Per tanti motivi: i ritardi accumulati nel corso dei lavori, la forma del nuovo stadio considerata troppo simile a quella dell’impianto pre-esistente, ovviamente gli investimenti sostenuti dal Barcellona e l’impatto sulla comunità blaugrana e sulla città. Qualche settimana fa, però, sembrava che tutto fosse andato/finito per il meglio: il club catalano aveva annunciato l’inaugurazione del nuovo Camp Nou in occasione del Trofeo Gamper, in programma per il 10 agosto – la gara si sarebbe dovuta giocare contro il Como di Fàbregas. Ebbene, al momento questo annuncio rischia di diventare un boomerang clamoroso, anzi lo è già diventato: il comune di Barcellona ha comunicato che il nuovo impianto non ha ancora i permessi necessari per procedere alla riapertura.
«Il Barcellona sta lavorando sulle fondamenta, sulla struttura del primo e del secondo anello. Si tratta di interventi non ancora terminati, quindi non possiamo ancora concedere il permesso di occupazione iniziale». Queste parole, riportate da El Confindencial, sono state pronunciate da Laia Bonet, vicesindaco di Barcellona. Difficile pensare a una fonte più autorevole per una notizia del genere. Come se non bastasse, anche un’altra fonte ha confermato che non sembrano esserci molti margini in vista del Trofeo Gamper: «Normalmente dei permessi di questo tipo si ottengono in due mesi», ha detto Lluís Moreno, presidente della Camera dei Costruttori Edili della Catalogna. «Il problema è che i lavori non sono terminati Non possiamo sbrigare le pratiche burocratiche per rilasciare la licenza di occupazione e permettere alle persone di entrare nello stadio. Quale funzionario si assumerebbe la responsabilità di consentire a 60mila persone di entrare e uscire da un impianto sportivo senza che sia stata accertata un’adeguata sicurezza?».
Le conseguenze per questo (ennesimo) errore, guardando alla vicenda dal punto di vista del Barça, potrebbero essere devastanti. Intanto ci sarebbe da assorbire un grave danno di immagine, da sommare a quelli già accumulati per i ritardi nella riapertura del Camp Nou – inizialmente prevista a novembre 2024, in tempo per festeggiare il 125esimo anniversario dalla fondazione del club. E poi, naturalmente, ci sono gli introiti potenziali da cancellare: quelli relativi al Gamper, ma anche quelli delle gare successive. Sì, perché le date più realistiche per l’inaugurazione del nuovo stadio non sono per niente prossime: «Il Barcellona giocherà le sue prime quattro partite di Liga in trasferta, ma a mio parere anche la quinta è a rischio», spiega ancora Moreno. «L’impresa che ha vinto la gara d’appalto ha garantito che il Camp Nou sarebbe stato riaperto per 60mila persone a settembre 2025, poi in seguito il tetto sarebbe stato completato entro l’estate 2026. Se non rispettano queste scadenze, la situazione potrebbe precipitare. Il Barcellona non sarebbe l’unico responsabile di questo errore, ma il danno resterebbe». Anzi, il danno c’è già. A meno di miracoli a cui, in questo momento, è davvero difficile credere.