Va bene, il PSG ha vissuto una serata davvero pessima, inoltre stiamo parlando di una partita dall’importanza incerta o comunque molto dibattuta – anche se Enzo Maresca ha detto che «il Mondiale per Club è destinato a diventare importante come la Champions League, se non più importante». In ogni caso, però, resta il fatto che il Chelsea ha vinto 3-0, con doppietta di Palmer e gol di João Pedro (su assist di Palmer), l’ha fatto in modo convincente e all’apice di un torneo giocato senza strafare e senza incantare, questo forse è vero, ma tenendo la barra sempre dritta, mostrando un’identità chiara e delle idee ancora più chiare. In questo senso, Enzo Maresca ha dei meriti davvero enormi: ancora oggi il Chelsea ragiona e opera sul mercato in modo (apparentemente?) confusionario, la sua è praticamente una pesca a strascico di giovani talenti, eppure la squadra che va in campo ha una fisionomia tattica ben definita, l’ha dimostrato tornando in Champions League – in un campionato ultracompetitivo come la Premier League non è una cosa così scontata – e vincendo/dominando la Conference League. Poi è arrivato il Mondiale per Club, una conferma definitiva rispetto alla bontà di un progetto certamente sottovalutato, anche piuttosto deriso, ma che ora sta dando i suoi frutti.
Certo, va anche detto che – come racconta The Athletic in questo reportage – il Chelsea non aveva molte altre alternative, se non quella di puntare forte sul Mondiale per Club: la lunga assenza dalla Champions League (l’ultima apparizione risale alla stagione 2022/23) ha spinto la dirigenza londinese a promettere bonus molto alti per il torneo negli USA, addirittura cifre similari a quelle da elargire in caso di vittorie in Premier e in Champions, e a investire un bel po’ di soldi nell’affitto delle migliori sedi per gli allenamenti. Anche il mercato ha seguito questo stesso iter: prima che la squadra partisse per l’America è arrivato Liam Delap dall’Ipswich, poi tra ottavi e quarti è stato formalizzato l’acquisto di João Pedro, rivelatosi decisivo sia contro il Fluminense che nella finale contro il PSG. Insomma, Maresca ha avuto tutto quello che serviva per fare bene anche in un torneo difficile da preparare e da affrontare, poi gli incastri del tabellone – il Chelsea ha affrontato Benfica, Palmeiras e Fluminense prima della finale, il PSG ha dovuto eliminare Bayern e Real Madrid – hanno fatto il resto.
In ogni caso, quella dei Blues resta una vittoria molto significativa. Perché è arrivata contro un PSG che fine a poche ore prima della finale aveva dato la sensazione di essere diventato una corazzata invincibile, perché è arrivata con una squadra composta essenzialmente da ventenni (l’età media dell’organico di Maresca è di 23,4 anni, gli unici Over-25 sono i 26enni Adarabioyo, Nkunku e Sánchez), perché da qui a qualche giorno si aggregheranno ai Blues anche Bynoe-Gittens, Estevão e Dario Essugo, altri tre ragazzi che potrebbero avere un certo impatto nei prossimi anni. Esattamente come coloro che li hanno preceduti, i vari Cucurella, Palmer, Pedro Neto, Enzo Fernández, Malo Gusto, Caicedo: tutti calciatori arrivati a cifre alte, a volte anche folli, ma che poi sono stati incastrati in un contesto serio e adesso formano una squadra vera, credibile, che gioca in modo efficace e anche gradevole, dai margini di crescita potenzialmente enormi.
In virtù di tutto questo, la percezione che abbiamo del Chelsea va quantomeno rivista, aggiornata, aggiustata: siamo di fronte a un club/squadra che ha una visione chiara di sé e del proprio presente/futuro, che ha trovato l’allenatore giusto per incastrare i vari pezzi del puzzle e che nella sua rosa oceanica ha anche delle gemme in grado di fare la differenza su ogni palcoscenico. Qui il riferimento va chiaramente a Cole Palmer, ma anche Enzo Fernández, Cucurella e Caicedo hanno la stoffa e la mentalità per poter essere considerati dei leader, dei top player a livello globale. E tra i tanti talenti che Maresca può valorizzare, come dire, è probabile che venga fuori qualche altro grande nome dei prossimi anni. E allorax è il caso che il Chelsea non sia più deriso né tantomeno sottovalutato, anzi forse è meglio iniziare a considerarlo come una delle squadre più interessanti del panorama mondiale. Le referenze, in questo senso, potete chiederle al PSG.