Per i club inglesi, le tournée estive in Asia continuano a essere importantissime

Anche se creano problemi alla preparazione precampionato, è impossibile non pensare all'affetto (e le richieste) dei tifosi locali. E ai soldi, naturalmente.
di Redazione Undici
15 Luglio 2025

Per i club di Premier League, i tifosi asiatici sono una risorsa importante. Basti pensare che Arsenal, Tottenham e Manchester United sono state o sono tuttora ospiti in un Paese dell’Est. Proprio l’universo dei Red Devils – già di per sé bello pericolante – è andato in crisi durante la recente tournée in Malesia, dove si è registrato un entusiasmo molto più contenuto rispetto a qualche anno fa. Ed è inevitabile che sia così, viene da dire, se pensiamo ai risultati della squadra di Amorim – e prima ancora di Ten Hag, Solskjaer, Mourinho. È tutto un discorso puramente economico e quindi strategico: in Paesi come la Malesia, Singapore e Corea del Sud, ci sono centinaia di milioni di appassionati di calcio che si dichiarano tifosi di una squadra inglese. E che quindi spingono degli sponsor locali a contattare queste squadre per invitarle a disputare delle gare amichevoli durante la pausa estiva. Gare che di solito coinvolgono squadre locali, a volte rappresentative o Top 11 messe insieme in pochi giorni. Funziona così da decenni, ma adesso i tifosi asiatici vogliono di più, non si accontentano più di una visita estiva.

Come riporta il Guardian in questo articolo, una delle trovate più intelligenti e più apprezzate è stata quella di organizzare partite vere, per quanto amichevoli: Marcus Luer, che nel 2022 ha organizzato un match tra Man United-Liverpool a Bangkok, ha spiegato che «i tifosi asiatici sono stufi delle squadre europee che arrivano e giocano contro la nazionale o gli All Star Team: è una cosa inverosimile, ma soprattutto raramente porta a un buono spettacolo in campo». Al di là del tipo di gare che vengono effettivamente disputare, i fan asiatici desiderano anche sentirsi più coinvolti in maniera costante, non vogliono più essere considerati come una fonte di guadagno estemporanea: Jittakorn Srikhamkhrua, tifoso thailandese e influencer del Liverpool, ha raccontato come la sua community auspica «una maggiore attenzione a legami veri, autentici: l’ideale sarebbe raggiungere zone più remote dei Paesi asiatici così da dare possibilità anche ad altre fasce sociali di entrare in contatto con il club».

Il problema, dal punto dei vista dei club, è che la coltivazione di questo capitale – affettivo, ma potenzialmente anche economico – cozza con la necessità di preparare bene la stagione. Nel senso: i club che vanno in tournée in Asia, naturalmente, non possono allenarsi come quelli che fanno un ritiro tradizionale. E allora forse, al di là di quello che succede in estate, la soluzione è quella di investire in esperienze di tipo diverso: Simon Chadwick, professore di sport eurasiatico alla Emlyon Business School di Parigi, suggerisce ai club di «concentrarsi sulla realtà virtuale, sulla realtà aumentata, insomma sulle tecnologie digitali. È su questa strada che bisogna insistere, anche perché i club europei in realtà non hanno mai preso sul serio i tour in Asia. E allora forse lavorare su nuove forme di legami a distanza è la strada migliore per consolidare i tifosi già fidelizzati e per attrarne du nuovi. Anche se in realtà la cosa migliore, per creare o aumentare un seguito, è vincere trofei». Facile a dirsi, un po’ più difficile a farsi – soprattutto se ti chiami Manchester United, almeno in quest’epoca.

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