Anche i ragazzi che giocano nelle giovanili, persino dei bambini che tirano i primi calci alla palla, possono avere milioni di followers e decine di migliaia di fan. Nel 2025 è una cosa “normale” ed è anche abbastanza facile: merito di Youtube e dei social, dove postando anche solo le proprie skills con il pallone si può diventare virali. Tanto da creare dei paradossi, per cui un adolescente che fa parte dell’Academy di un grande club sia quasi più conosciuto dei top player della prima squadra. È quello che sta accadendo in diversi settori giovanili inglesi. Migliaia di ragazzi hanno deciso di usare YouTubr per raccontare la loro giornata tipo nei diversi vivai delle squadre di Premier League, di Championship. E con questi contenuti accumulano visualizzazioni e iscritti ai loro canali, quindi guadagni.
Come analizzato dal Times, questi giovanissimi youtubers hanno account con milioni di fan, seguiti dal vivo da migliaia di persone ogni settimana. Ma non è solo il loro talento ad essere richiesto: vacanze, tagli di capelli, compiti, tutto fa contenuto e quindi notizia, ogni dettaglio viene reso pubblico. D’altronde, l’obiettivo non è chiudersi, ma aprirsi. E questa è una vera e propria rivoluazione. Per molto tempo, anzi si può dire da sempre, i giovani giocatori delle Academy hanno tenuto un profilo basso mentre cercavano di farsi strada: nei centri di allenamento dei club inglesi, il massimo che i giovani potevano sperare era pulire gli scarpini dei professionisti con le spazzole. Nel Manchester United degli anni Novanta, tanto per fare un esempio, gli allenatori che hanno allevato la famosa “Class of ’92” avevano una risposta pronta per qualsiasi adolescente che mostrasse di montarsi la testa: «Quando avrai giocato 50 partite in campionato con la prima squadra allora potrai considerarti un calciatore».
Oggi quegli stessi bambini/ragazzi hanno già 50.000 iscritti sul loro canale YouTube. Basta lanciare una ricerca con la query “academy footballer” e si trovano valanghe di video, dai titoli più disparati come “Una giornata nella vita di un calciatore dell’Academy” (217mila visualizzazioni) o “Come si allena un calciatore dell’Academy per la preparazione estiva” (281mila visualizzazione). Alcuni canali sono focalizzati sul calcio, nei video si vedono partite, allenamenti, scelte di carriera. Ma non tutti sono così. Molti includono challenge, scherzi o uno sguardo completo sulla vita quotidiana: dal parrucchiere a cosa c’è nel piatto a colazione. Molti di questi giovani giocatori sono già molto popolari, e alcuni vantano un seguito superiore persino ai nomi più noti del calcio senior.
Per esempio Lorenzo Greer: ha 16 anni, ha appena ricevuto una borsa di studio biennale dal Birmingham City e il suo canale YouTube, “Tekkerz Kid”, aperto quando di anni ne aveva sei, conta 1,7 milioni di iscritti – più del doppio rispetto a Jude Bellingham, che ne ha 896.000. I 651 video di Greer hanno totalizzato oltre 492 milioni di visualizzazioni. Tashall Sandhu, noto come “Tash Baller” su YouTube, ha un canale con 220mila iscritti, con video di quando giocava con l’Under-13 del Wolverhampton e festeggiava i 100.000 iscritti a nove anni. Faran Ahmad, dell’Under-12 del Leicester City, pubblica quasi ogni giorno video da casa, con un totale di 7,6 milioni di visualizzazioni. Uno dei suoi più visti è “Vieni a fare shopping con me (Academy Player)”, girato dentro uno store di Sports Direct.
In alcuni casi, poi, sono i genitori a gestire direttamente gli account, mamma o papà si mettono dietro lo smartphone e poi montano/fanno montare i contenuti. Una situazione che, ovviamente, solleva interrogativi su aspettative, esposizione e pressione. Anche perché, in media, solo uno su 200 giocatori delle Academy in Inghilterra arriva a diventare professionista. Il rischio è che questo – probabilissimo – fallimento diventi pubblico, quindi molto più grande e complesso da gestire. Anche i club stanno cercando di capire come porsi. Qualche società aveva creato account falsi per seguire i giocatori e capire cosa postavano, ma l’esperimento è stato annullato perché dava un’immagine falsa dei giovani.
Molti ragazzi credono che avere un seguito online dia loro una rete di sicurezza anche fuori dal calcio. Dicono di avere più fiducia in sé, di aver imparato abilità come montaggio video e come parlare davanti a una telecamera. E per alcuni, i guadagni da questo “lavoro parallelo” arrivano a 40mila sterline l’anno – 46mila euro al cambio attuale. E infatti, per chi viene scartato dai club, un canale può tornare utile come portfolio o persino come parte del curriculum.
Molte squadre, poi, stanno già incoraggiando i ragazzi a diversificarsi. Al Brighton offrono corsi di social media già dagli Under-9, ma anche corsi di lingue, pianoforte e idraulica. Per chi è maturo abbastanza, YouTube può essere una nuova risorsa. Un modo moderno per i giovani delle Academy di esprimersi, imparare, promuoversi e divertirsi. In un mondo spesso criticato per lasciare i giovani senza paracadute, alcuni ragazzi stanno trovando la propria strada. E pazienza se è diverso dal mood storico del ragazzo che vuole diventare un calciatore.