Un anno fa, durante la sua prima stagione completa in MLS, Lionel Messi ha saltato l’All-Star Game perché era infortunato. C’era delusione ma non c’era risentimento, si trattò – come dire – di una coincidenza sfortunata. Nel 2025, però, le cose sono andate diversamente. O meglio: Messi (esattamente come Jordi Alba, suo compagno di squadra all’Inter Miami) non ha partecipato all’All-Star Game, di nuovo, solo che stavolta non c’era alcun infortunio a giustificare la sua assenza. Anzi, a dirla tutta la situazione è ancora più compromettente: Messi era stato inizialmente inserito nel roster della MLS – il nuovo format dell’All-Star Game consiste in un’amichevole tra una selezione di giocatori MLS contro una selezione di giocatori della Liga MX, il campionato messicano – ma poi non si è presentato agli allenamenti, non ha annunciato in prima persona il suo forfait e non ha fatto venir fuori neanche una spiegazione di questa sua decisione. Insomma, si può dire: ha totalmente snobbato l’evento in programma ad Austin, Texas. Un evento che per altro, almeno secondo la cultura sportiva americana, ha una rilevanza almeno pari a quella del campionato vero e proprio.
Prima di continuare, va detto che l’Inter Miami ha avuto un calendario fittissimo, che la squadra di Mascherano ha partecipato anche al Mondiale per Club, che lo stesso tecnico argentino si era augurato che Messi e Alba potessero riposare in questa settimana di stopm per la MLS. Ebbene, tutte queste giustificazioni non cambiano la sostanza: in America ci sono rimasti male, molto male, per la scelta di Messi. Innanzitutto si tratta di una questione puramente regolamentare, nel senso che il codice comportamentale della MLS prevede una vera e propria sanzione – un turno di squalifica – per i giocatori che disertano l’All-Star Game. C’è anche un precedente illustre: nel 2019, quel guascone di Zlatan Ibrahimovic si comportò esattamente come Messi e venne fermato per una gara dal giudice sportivo – questo fu il commento di Ibra sulla questione: «Penso sia ridicolo ciò che è successo, quindi meglio non fare commenti. Facciano quello che vogliono, io vengo da un mondo diverso. Dal mondo reale». Di conseguenza, ora la MLS potrebbe squalificare Messi, anzi si tratterebbe di un atto dovuto. Ma intanto sono montate delle polemiche che non hanno fatto bene all’appeal dell’evento, ma soprattutto della lega e del suo rapporto – anche di forza – con lo stesso Messi.
Ed è qui che entrano in scena i giornalisti, i commentatori. Su Goal.com, tre columnist che seguono la MLS (Tom Hindle, Ryan Tolmich e Alex Labidou) hanno scritto che «La MLS ha cercato a lungo di promuovere l’All-Star Game come un evento, modificando costantemente il format per mantenere alto l’interesse di tifosi e giocatori. Che messaggio si trasmette se il proprio uomo di punta decide di non avere voglia di partecipare? Si è creato un precedente potenzialmente pericoloso per la MLS e le sue stelle in vista dei futuri All-Star Game. Riuscite a immaginare le conseguenze se Aaron Judge o LeBron James decidessero di saltare gli All-Star Game nei rispettivi sport? Anche se in realtà non dovremmo sorprenderci, perché a Messi stato permesso di agire secondo le sue regole da quando è entrato in MLS. Rispetto ad altri grandi del passato che sono passati in America, Pelé, Henry, Beckham e anche Ibrahimovic, a modo suo, Messi ha meno personalità. Non si può biasimarlo per questo, ma presentarsi a un All-Star Game è essenzialmente il minimo indispensabile, e non si è nemmeno preso la briga di farlo. Avrebbe potuto e dovuto capire come gestire il fatto di essere più grande della lega in cui gioca».
Messi’s absence from the All Star game reveals so much: the athlete’s pettiness, the league’s tiresome over-reliance on their star, all for an unnecessary event Americans openly dislike, and one held in the middle of a very busy season. Why?#MLS pic.twitter.com/3amsWWIn0N
— Celso Oliveira (@celsoliveira_) July 23, 2025
Anche su Twitter, come si può leggere sopra, diversi giornalisti americani si sono scagliati contro Messi e la sua decisione – anche se con qualche riserva in più, specie in riferimento all’utilità dell’All-Star Game. Ma l’attacco più duro, su questo non c’è alcun dubbio, è arrivato dall’Austin Chronicle, quotidiano della città che ha ospitato l’All-Star Game. In un articolo a firma di Eric Goodman, si legge che «Messi ha fatto una scelta inaccettabile. Perché la MLS e Apple pagano a Messi più di 20 milioni di dollari – e questo è solo quanto previsto dal contratto – per essere il volto della lega. La sua decisione è un enorme dito medio nei confronti del campionato e dei suoi tifosi. Perché è sempre stato chiaro che Messi può essere comprato: se le pubblicità imbarazzanti di bibite, patatine e birra non sono al di sotto della sua altezza, se essere un ambasciatore ufficiale del turismo per il Regno dell’Arabia Saudita non è al di sotto della sua altezza, allora un All-Star Game avrebbe potuto giocarlo. Anzi, avrebbe dovuto giocarlo: riceve il suo stipendio per giocare a calcio negli USA, e negli USA può essere convocato per questo evento». In attesa di sentire/capire la versione di Leo, non c’è molto altro da aggiungere.