Le grandi cessioni di queste settimane spiegano che il mercato assurdo fatto dal Chelsea negli ultimi anni non era poi così assurdo

Nonostante un budget enorme, i blues sono dovuti scendere a compromessi e hanno cominciato a vendere per comprare
di Redazione Undici 03 Agosto 2025 alle 12:30

Ammettiamolo, che si seguisse o meno la Premier League, di fronte al mercato del Chelsea degli ultimi anni abbiamo tutti sgranato gli occhi. Una montagna di acquisti, contratti faraonici spalmati su cinque, sette o dieci anni, una rosa che non diminuiva mai nonostante i continui prestiti, soprattutto a gennaio. Ecco, dopo tre anni di gestione BlueCo, di proprietà del business man americano Todd Boehly, si comincia a intravedere una strategia. Il manager Usa aveva comprato il club nel 2022 dall’uomo che aveva messo i Blues sulla mappa del calcio europeo, l’oligarca russo Roman Abramovich che aveva dovuto vendere di fretta e furia in quanto persona non gradita nel Regno Unito dopo l’invasione russa dell’Ucraina, nel febbraio di tre anni fa. L’idea di Boehly era molto semplice: acquistare più giocatori possibili per rinnovare la squadra, alle cessioni ci si sarebbe pensato più avanti. Inevitabilmente, però, si era creato un ingorgo di calciatori, soprattutto dalla trequarti in su che aveva complicato il lavoro dei vari allenatori, da Potter a Pochettino.

Con l’arrivo di Maresca, però, il Chelsea ha ritrovato stabilità, due trofei, la Conference League e il Mondiale per Club e una qualificazione in Champions fondamentale per pianificare meglio la prossima stagione. Forti degli introiti Uefa, i Blues hanno piazzato i rinforzi di cui avevano più bisogno, Joao Pedro, Delap e Bynoe-Gittens e ora si stanno concentrando sulle cessioni, per rispettare i parametri del Financial Fair Play della Premier League.

Il quotidiano spagnolo As ha calcolato che il Chelsea ha ingaggiato più di 50 giocatori nelle ultime sette finestre, ma ha anche sgomberato chi non rientrava nei piani o ha ricevuto offerte irrinunciabili. Un esempio su tutti è Kai Havertz, di cui nell’ovest di Londra non si sarebbero privati se non fosse arrivato l’Arsenal con 75 milioni di euro. Una cifra che si avvicinava molto agli 80 versati per prelevarlo nel 202o dal Bayer Leverkusen. Considerando ammortamenti vari e peso a bilancio, di fatto il Chelsea ci ha guadagnato. Nel 2023-2024 le cessioni hanno fruttato 280 milioni, nella stagione appena conclusa 239. Quest’estate la linea è la stessa.

Hanno già lasciato Londra Kepa Arrizabalaga e Madueke, passati all’Arsenal rispettivamente per sei e 58 milioni di euro, Petrovic, ceduto al Bournemouth per 29 e João Félix, da gennaio a maggio in prestito al Milan e ora volato in Arabia, all’Al-Nassr, per 50 milioni. A questi si aggiungono vendite meno eclatanti ma redditizie, come quella del giovane Bashir Humphreys, trasferitosi al Burnley per 14 milioni e Mathis Amougou, prelevato dallo Strasburgo, l’altro club controllato dalla BlueCo, per 15. Il totale dei ricavi si aggira intorno ai 175 milioni di euro. Con l’arrivo di Jamie Bynoe-Gittens, però, sono comunque troppi lì davanti, tanto che la società sta cercando di piazzare Nkunku, accostato all’Inter, Sterling, di cui si parla in ottica Napoli e Broja, Sancho e Nicolas Jackson. Resteranno sicuramente i tre nuovi acquisti, oltre a Estevão, acquisito dal Palmeiras già l’anno scorso e lasciato a maturare una stagione al Verdão e Pedro Neto, uno dei migliori nella scorsa annata.

Negli altri ruoli potrebbero partire almeno due tra i tre portieri Bettinelli, Bergström, e Gaga Slonina, poi Disasi, Badiashile, Chilwell e Wiley che non rientrano nei piani. Renato Veiga, tornato a Londra dal prestito alla Juventus, è vicino all’Atletico Madrid. A centrocampo Chukwuemeka, Ugochukwu e Dewsbury-Hall sono in bilico, mentre Andrey Santos e Dário Essugo resteranno. I campioni del mondo in carica devono ancora completare la loro “pulizia” per fare spazio a nuovi arrivi. Con oltre 170 milioni già incassati e una lista di “cedibili” ancora lunga, i Blues dimostrano che malgrado un budget quasi infinito prima o poi bisogna scendere a compromessi e cominciare a vendere per comprare.

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