sDa qualche giorno, Illja Zabarnyj è diventato un nuovo giocatore del Paris Saint-Germain. Il difensore ucraino è arrivato dal Bournemouth, club che a sua volta l’aveva acquistato dalla Dinamo Kiev nel 2023. Tutto semplice e tutto abbastanza normale, se non fosse che la società francese si è ritrovata immersa in una condizione del tutto inedita, e anche piuttosto complicata: nella rosa di Luis Enrique c’è anche un giocatore russo, vale a dire il portiere Matvej Safonov (acquistato un anno fa dal Krasnodar). E quindi, considerando la guerra ancora in corso dopo l’invasione russa dell’Ucraina iniziata a febbraio 2022, ora il PSG si ritrova a dover gestire una convivenza a dir poco accidentata. Soprattutto per quanto riguarda le possibili manifestazioni pubbliche dei due giocatori e la possibile reazione della comunità ucraina nel caso in cui si verificassero dei problemi.
Un primo passaggio delicato, che di solito avviene in modo naturale, è stato quello relativo a Instagram: una volta firmato il contratto con il PSG, come succede sempre ai calciatori della nostra epoca, Zabarnyj ha messo il follow a tutti i compagni di squadra. Tranne che a Safonov, che a sua volta non segue gli aggiornamenti del difensore ucraino. Si è trattata di una scelta inevitabile, anche perché Zabarnyj si è sempre schierato in maniera netta e dura contro la Russia e l’invasione militare dell’Ucraina. Di conseguenza, per l’ex difensore della Dinamo Kiev sarebbe sconveniente avvicinarsi, anche solo virtualmente, a Safonov. Lo stesso discorso è valido anche a livello di club: come scrive Le Parisien in questo articolo, i social media manager e i content creator del PSG stanno facendo molta attenzione a non immortalare e/o diffondere immagini in cui Safonov e Zabarnyj sono strettamente a contatto.
Insomma, la situazione è davvero difficile da gestire. Per tutte le persone e le istituzioni coinvolte. Eppure ci sono stati anche dei momenti distensivi, o comunque di normalità. RMC, per esempio, ha raccontato l’indiscrezione per cui Zabarnyj e Safonov si siano seduti uno accanto all’altro nell’aereo che ha portato il PSG in Italia, prima della finale di Supercoppa Europea. Anche Luis Enrique, stuzzicato dai giornalisti durante una conferenza stampa, ha detto semplicemente che «si tratta di due uomini che sono al di là delle controversie politiche. Anzi, credo che il calcio si sia dimostrato, per l’ennesima volta, un mezzo eccezionale per unire le persone, non per separarle ancora di più». Al di là di queste voci e di questi racconti su una possibile convivenza normale, quindi pacifica, i dubbi restano: cosa succederebbe se Zabarnyj e Safonov dovessero avere un battibecco in campo? Cosa succederebbe nel caso in cui uno dei due si esponesse direttamente sul conflitto in corso, ora che ha un compagno direttamente coinvolto nella vicenda? In virtù di questi interrogativi, come dire, il PSG ha preso delle inevitabili precauzioni.