Battendo il Celtic nei playoff di qualificazione, il Kairat Almaty è entrato per la prima volta nel tabellone principale della Champions League. Per il movimento kazako, naturalmente, questa è una notizia storica: sono passati esattamente dieci anni dall’ultima apparizione di una squadra dell’ex repubblica sovietica in Champions – nel 2015 fu l’Astana a qualificarsi per la fase a gironi. Anche l’intero calcio europeo, però, si trova di fronte a un momento importante, quantomeno dal punto di vista statistico: Almaty, infatti, sta per diventare la città più orientale di sempre a ospitare una gara di Champions, visto che si trova 1235 chilometri a Sud-Est di Astana, sul 76esimo meridiano, alla stessa longitudine di località come Kerala (India), Xinjiang (Cina), Gilgit-Baltistan (Pakistan). Insomma, siamo molto molto dentro il Continente Asiatico: basti pensare che Teheran, tanto per fare un esempio, si trova in prossimità del 51esimo meridiano a Est.
La conseguenza di questa condizione geografica a dir poco scomoda è che i club di Champions, di fatto, potrebbero affrontare la trasferta più lunga della propria storia. Sì, perché l’attuale record assoluto nelle competizioni europee appartiene al Benfica, che nella Champions League 2015/16 si ritrovò a dover affrontare proprio l’Astana: per arrivare in Kazakistan, il club portoghese percorse 6.173 chilometri. Considerando che, come detto, Almaty si trova ancora più a Est (e anche più a Sud) rispetto alla capitale, è molto probabile che il primato di viaggio più lungi per una gara continentale possa essere battuto.
In realtà, come spiega il sito ufficiale della UEFA, il Kairat Almaty non è la squadra più a Est ad aver giocato una gara ufficiale nell’ambito delle competizioni continentali: il Sibir Novosibirsk, società della Siberia iscritta alla piramide calcistica russa, ha giocato due partite dei preliminari di Europa League allo Spartak Stadium Novosibirsk, che si trova in prossimità dell’82esimo meridiano Est. In quell’occasione, Apollon Limassol e PSV furono le due squadre costrette a spostarsi praticamente all’altezza del Nepal. Il bello è che, almeno potenzialmente, le competizioni europee potrebbero “regalare” delle trasferte molto, molto più lunghe: in caso di rientro della Russia, infatti, un’eventuale qualificazione alle coppe del Luč Vladivostok – club che ha militato nella Russian Premier League, che nel frattempo è fallito ed è ripartito dalle divisioni inferiori – determinerebbe la disputa di una partita UEFA sul 131esimo meridiano a Est, nella città che ospita il capolinea orientale della Transiberiana, sulla costa russa che affaccia sul Mar del Giappone, praticamente alla stessa longitudine di Hiroshima. Immaginare un viaggio del genere, al momento, è fantascienza. Ma teoricamente, almeno fino all’inizio dell’invasione russa del 2022, sarebbe stato possibile. Altro che Kazakistan.