Dei gruppi di tifosi vogliono evitare che le partite di Serie A e di Liga si giochino all’estero, e così hanno scritto alla FIFA

I fan sostengono che «si creerebbe un precedente pericoloso», e inoltre «verrebbe meno l'equilibrio tra partite in casa e in trasferta».
di Redazione Undici 01 Settembre 2025 alle 18:14

La stagione 2025/26 potrebbe rappresentare un vero e proprio spartiacque, nella storia del calcio: sia la Liga che la Serie A, infatti, stanno lavorando per organizzare quella che sarebbe la prima partita di un campionato nazionale giocata su suolo estero, cioè al di fuori del Paese di riferimento di quel campionato. Nel caso della Liga, l’obiettivo è quello di far giocare Barcellona-Villarreal a Miami; per quanto riguarda la Serie A, invece, la gara Milan-Como si dovrebbe disputare a Perth, in Australia. In merito a questa possibilità, però, la FIFA ha ricevuto un ammonimento ufficiale da parte di alcuni gruppi dei tifosi. Che, in pratica, hanno chiesto alla Confederazione internazionale di non concedere l’autorizzazione per l’organizzazione di queste gare all’estero.

Secondo quanto riporta The Athletic, Football Supporters Europe (FSE), Independent Supporters Council (ISC), Football Supporters Association Australia (FSA Australia) e FASFE, Accionistas y Socios del Futbol Espanol hanno scritto alla FIFA sostenendo che «giocare delle gare di campionato all’estero determinerebbe la creazione di un pericoloso precedente. Anche perché minerebbe l’equilibrio tra partite in casa e in trasferta, e quindi falserebbe lo svolgimento del campionato». Ronan Evain, direttore esecutivo di Football Supporters Europe, ha aggiunto che «con le partite all’estero, i club verrebbero privati delle loro radici e la fiducia dei tifosi ne risulterebbe compromessa. La FIFA deve prendere una posizione chiara per proteggere l’integrità e l’identità del calcio nazionale.».

Insomma, c’è da registrare un’opposizione reale, anche circostanziata, al progetto di Serie A e Liga. I tifosi dei gruppi che hanno scritto alla FIFA, poi, hanno spiegato che «i promotori di queste proposte sostengono di essere interessati solo a un evento isolato, ma secondo noi quest’affermazione non è vera. Se fosse consentito, questo aprirebbe il vaso di Pandora del caos per il calcio. Interessi commerciali miopi non possono avere la precedenza sulla tutela del calcio nazionale e delle comunità da cui sono nati i nostri club. Inoltre ci sarebbero problemi di inquinamento ambientale e verranno erose le identità culturali che sono alla base del calcio per come lo conosciamo». Finora la FIFA non ha ancora commentato la notizia della lettera, in attesa che si pronunci sull’effettivo avvio del doppio progetto.

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