Quando segnerà il suo primo gol in Serie A con indosso la maglia a strisce grigiorosse della Cremonese, in tanti ricorderanno/racconteranno che Jamie Vardy è il giocatore che beve le Red Bull prima e durante le partite, che ha condotto il Leicester al trionfo più assurdo nella storia del calcio contemporaneo, che pochi anni prima di arrivare in cima alla Premier League giocava nelle serie dilettantistiche inglesi, che è un personaggio genuino e irriverente e quindi divertente. Insomma, verranno utilizzati i soliti stilemi giornalistico-narrativi, quelli che in certi casi mescolano aneddotica e leggenda, folclore e cose di campo. Tutto giusto, per carità, non c’è niente di male. Così com’è giusto – nonché giornalisticamente rilevante – intercettare e raccontare l’enorme attesa che si avverte intorno a questo trasferimento, ovviamente a Cremona ma anche in tutte le altre piazze calcistiche d’Italia: in fondo, a pensarci bene, parliamo di un’icona globale che ha scelto di venire a giocare in un club piccolo-borghese, un club che ha un blasone internazionale relativo o comunque effimero, legato a pochi exploit a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Come dire: una congiuntura rara, e che può avvenire solo nell’ambito di un multiverso come quello del calciomercato, che molto spesso è spietato ma che a volte sa essere magico.
Lasciando per un attimo – solo uno – da parte la dimensione romantica di questo trasferimento, va detto che intorno all’affare Vardy-Cremonese aleggiano un bel po’ di dubbi. Non tanto e non solo riguardo Jamie Vardy, che ha 38 anni (ne compirà 39 a gennaio) e che in Premier League non va in doppia cifra dalla stagione 2022/23. Non tanto e non solo riguardo l’ennesimo calciatore Over 35 che decide di regalarsi un’appendice di carriera in Serie A. Questi dubbi riguardano proprio la Cremonese. Una squadra che, a poche ore dalla fine del calciomercato estivo, è a punteggio pieno in classifica e ha in rosa addirittura sette giocatori che possono essere schierati come prima punta.
No, non stiamo esagerando, basta consultare Transfermarkt: si tratta di Moumbagna, Sanabria, Okereke, De Luca, Bonazzoli, Tsadjout. E adesso ci sarà anche Vardy. È chiaro, uno o due di questi calciatori potrebbero essere ceduti nelle ultimissime ore della sessione trasferimenti, ma la sostanza non cambia: in questa sessione di mercato, Davide Nicola si è già visto puntellare l’organico con due centravanti, Moumbagna e Sanabria. E adesso dovrà gestirne un altro, oltre a quelli che erano già alla Cremonese. Il punto è che questo nuovo acquisto ha un nome e un’aura ingombrante, non è esagerato pensare o dire che sia il calciatore più importante che sia mai passato per Cremona. Di certo è quello più affermato e riconoscibile, proprio a livello mondiale, ad aver accettato di trasferirsi nella squadra grigiorossa.
Ora, però, vale la pena chiedersi: tutte queste perplessità, tutte queste cose effettivamente poco sensate, il fatto che Vardy alla Cremonese non serva, pesano o peseranno di più rispetto all’eccitazione generale? Il buon senso e anche la lungimiranza finiranno per “calmare” l’euforia intorno a questa operazione? La risposta è no. Perché il calcio e il calciomercato si nutrono anche di suggestioni ed emozioni – perché no? – di questo tipo, di idee folli e un po’ strane che si esauriscono in una gioia iniziale e poi non portano ad altro. In realtà c’è anche un altro aspetto interessante, in tutta questa faccenda: con Vardy, prendendo Vardy, la Cremonese acquisirà follower e sostenitori, è facilissimo – anzi: è inevitabile – pensare che sia destinata a diventare la seconda squadra di tutti i tifosi del Leicester. E di molti altri appassionati inglesi. Certo, alla fine la cosa importante è e deve essere la salvezza, ci mancherebbe altro, ma prima di arrivare all’obiettivo c’è una strada da percorrere. E allora perché non percorrerla con un boost di entusiasmo in più? Jamie Vardy, al momento, rappresenta questo, è questo. Tutto quello che verrà sarà tanto di guadagnato.