Per come è arrivato potrebbe essere anche il successo più bello della gestione Velasco sulla panchina dell’italvolley. Sicuramente è stata la giornata più complicata, merito di un Brasile talentuoso e grintoso insieme che contro le campionesse olimpiche se l’è giocata fino in fondo, fino a un tie-break agonico chiuso 15-13 dalle ragazze italiane.
L’Italia non è stata bellissima, ma è forse l’aspetto più interessante della giornata di oggi. Se in una semifinale mondiale vinci con tenacia e cuore più che con tecnica anche contro delle super rivali come le verdeoro, vuol dire che dentro hai qualcosa di speciale. La nazionale a un certo punto sembrava essere fuori dalla partita. Sotto 2-1 nei set e travolta dalla potenza di Gavi, l’Italvolley ha fatto l’unica cosa possibile, mettere insieme punto su punto.
Nel terzo set il ct Velasco ha rilanciato Nervini, in un continuo ribaltamento di fronte e di parziali in cui ogni volta che le azzurre scappavano venivano puntualmente riprese dalle centrali Diana e Julia, molto brave nel contenere le nostre Fahr e Danesi. Nel finale punto a punto l’Italia quei due set sbagliati hanno fatto male, considerato poi il non irreprensibile cinismo del Brasile, capace di chiudere solo al quarto tentativo.
In svantaggio di un set Velasco ha cambiato ancora, rimettendo Paola Egonu in diagonale con Orru e la schiacciatrice Giovannini con Silla. Ma è soprattutto l’approccio mentale che si è trasformato. L’allenatore ha chiesto alle ragazze di non guardare troppo in là, di non farsi prendere dal panico ma di giocare azione per azione, andando a muro con più forza, gestendo meglio il pallone in fase di ricezione e affidandosi a Egonu che fino al terzo set ha un po’ aspettato la partita. Il break di 4-0 ha lanciato l’Italvolley, ripresa ancora una volta dalla squadra di Ze Roberto. C’erano tutti i presupposti per lasciare spazio allo sconforto e invece la grande esperienza di Fahr, con un muro di alto livello, ha spedito la partita al tie-break. L’Italia, rientrata nel match a livello mentale, non lo ha più lasciato mostrando una cattiveria agonistica figlia di un gruppo ormai maturo e pronto per l’ostacolo più grande, la finale mondiale che mancava dal 2002. Ovviamente la firma finale non poteva che essere di Paola Egonu che con due punti ha mandato l’Italia all’ultimo atto dove ad attenderla ci sarà la Turchia di Santarelli, in quella che forse è la migliore sfida possibile tra i due più importanti coach a livello internazionale.