Andare a giocare nelle università americane è diventata un’opportunità per tanti giovani calciatori europei, soprattutto inglesi

I giovani scartati dai top club inglesi possono costruirsi una doppia carriera: quella nel soccer e quella negli studi.
di Redazione Undici 11 Settembre 2025 alle 15:30

Il 25 novembre 2023 Michael Ndiweni ha esordito in Premier League contro il Chelsea, davanti a più di 50mila spettatori. Tre giorni più tardi è stato convocato per la gara di Champions League tra Newcastle e Paris Saint Germain, respirando per la prima volta il clima della massima competizione europea. Oggi, praticamente due anni più tardi non fa più parte della rosa del Newcastle. Perché ha scelto, come altri suoi coetanei, di trasferirsi in America per giocare con la Ohio State University. Nella nostra idea, il percorso dovrebbe essere esattamente contrario: giovani calciatori americani e non crescono nelle squadre delle diverse università e i migliori di loro, ancora teenager, vengono acquistati da grandi e/o piccole squadre europee. E invece le cose stanno iniziando ad andare diversamente.

La scelta di Ndiweni, in realtà, è parte di un trend ben preciso, che negli ultimi anni si sta concretizzando nella tratta di giocatori giovani tra Stati Uniti e – soprattutto – Inghilterra. Sono circa 835 i giovani britannici che hanno scelto di trasferirsi al di là dell’Atlantico una volta scartati dai settori giovanili delle squadre professionistiche. Si arriva ad un passo dal professionismo in patria, per poi vedere infranti i sogni e gli sforzi in brevissimo tempo. E la cosa va avanti da un po’ di anni: uno dei primi a compiere questo viaggio “al contrario”, nel 2021, è stato Maximus Rigby, centrocampista 21enne entrato nel settore giovanile del Leeds a nove anni e “scaricato”.

La collaborazione tra League Football Education – un ente della EFL, la lega che organizza la seconda, terza e quarta divisione del calcio inglese – e diversi college americani ha fatto in modo che trasferirsi negli USA sia diventata un’opzione attraente. Perché garantisce quattro anni di calcio alle porte del professionismo, ma soprattutto e una laurea di alto livello: un’alternativa molto significativa se la carriera sportiva non dovesse andare come sperato. La storia di Ndiweni è a metà tra essere il canonico esempio di chi non ce l’ha fatta e chi invece al professionismo è riuscito ad arrivarci, sì, ma ha scelto di intraprendere una strada diversa. Siamo nell’estate 2022. e il Newcastle fa firmare al classe 2003 il primo contratto da da pro. Nella Premier League Under 18 segna 15 reti in 28 partite e, come detto, nel novembre 2023 si affaccia alla prima squadra con l’esordio in Premier e la convocazione in Champions League. Tutto  pronto per il suo approdo definitivo tra i grandi, se non fosse per quello che accade poche settimane dopo: a febbraio viene tagliato con poche spiegazioni dal club e viene mandato in prestito in Scozia, all’Annan Athletic. Lì segna due reti in 15 presenze, non abbastanza per una riconferma e la sua carriera si perde tra Ashington FC e Newcastle Blue Star, squadre che sfiorano il dilettantismo nel nord dell’Inghilterra.

Vista così, la scelta di intraprendere le lezioni americane per il giovane assume un senso tutto nuovo. Il Newcastle è stato un bel sogno ma la realtà, almeno al momento, è ben diversa. Niente Premier League, solo molti libri e, se tutto dovesse andare bene, allora un tentativo nel soccer, magari da professionista. Tra coloro che hanno intrapreso questo percorso, anche un giovane italiano che nel 2020 si è trasferito negli Stati Uniti grazie ad una borsa di studio per meriti sportivi: Giorgio Probo, cresciuto nel vivaio dell’Atalanta, nel 2020 ha scelto l’Iowa per conciliare opportunità sportive e accademiche. Dopo aver giocato al fianco di Bastoni e Colpani nelle giovanili, e dopo l’esordio  in Serie D con la Virtus Bergamo, anche davanti a lui si è aperto il baratro tra chi ha sfondato il muro tra i dilettanti e i professionisti e chi invece rimane indietro. Così ha scelto di trasferirsi Oltreoceano, dove tra Iowa e Nebraska ha messo le basi per la sua ascesa nel professionismo americano. Oggi è fondamentale nel centrocampo degli Halifax Wanderers, squadra della Canadian Premier League che lo ha acquistato per renderlo professionista.

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