Mai sarebbe dovuto succedere, stando alle ottimistiche dichiarazioni dei vertici blaugrana in occasione del 125esimo anniversario della storia del club. Invece è successo. E ricapiterà ancora: dopo la surreale partita di Liga contro il Valencia, stravinta per 6-0 davanti a 6mila spettatori – anche meno, per la precisione 5.862 –, Lewandowski e compagni dovranno di nuovo scendere in campo in un impianto da quarta divisione spagnola. Quello del Barça B, che infatti disputa allo stadio Johan Cruijff le sue partite casalinghe. E fino a data da destinarsi, dovrà condividerlo coi fuoriclasse della prima squadra.
A confermare la notizia è il Barcellona stesso, che domani sera debutterà in Champions League – per sua fortuna a Newcastle, in trasferta – e domenica dovrà ospitare il Getafe in campionato. “Stiamo lavorando intensivamente per ottenere i necessari permessi amministrativi per la riapertura del Camp Nou nel futuro prossimo”, si limita a dichiarare un comunicato societario. Senza più fissare alcuna asticella temporale, visto che quelle annunciate in passato sono state puntualmente disattese. Ma il calendario blaugrana – già graziato dall’indulgenza della Liga, che ha permesso ai catalani di giocare in trasferta le prime tre gare stagionali – comincia a farsi fitto d’impegni inderogabili: la domenica successiva a Barcellona arriverà la Real Sociedad. Ma soprattutto, mercoledì 1 ottobre, sarà la volta del PSG in Champions. E questo potrebbe essere il grattacapo più grosso, perché il regolamento UEFA prevede di disputare l’intera fase a gironi sempre nello stesso stadio (il piccolo stadio Cruijff naturalmente non sarebbe a norma, e in quel caso si tornerebbe al Montjuïc dove Yamal e soci avevano giocato la scorsa annata).
Le implicazioni economiche sarebbero disastrose, e in parte lo sono già. La ristrutturazione del Camp Nou è costata al Barça la bellezza di 1,5 miliardi di euro, a cui però si devono aggiungere ulteriori 180 milioni per i ritardi e i mancati incassi al botteghino di questo primo spicchio di 2025/26 – i 6mila biglietti dello stadio Cruijff significano soprattutto 20mila andati in fumo rispetto alla capienza della storica arena nel momento in cui sarà inaugurata e quasi 100mila rispetto a quando tornerà ad essere a pieno regime.
Un epilogo increscioso, che riflette l’annosa propensione del club verso lo spreco di denaro – sia per questioni infrastrutturali, sia per un investimento tecnico sproporzionato. Tanto più che ormai, come racconta Der Spiegel, perfino gli stessi soci blaugrana, come l’ex candidato alla presidenza Victor Font, iniziano a lamentarsi: “Tutti commettono degli errori, ma un inganno di questo tipo è inspiegabile e inaccettabile”. L’unica nota positiva, in realtà mica da poco, è che in un contesto di simile tempesta lo squadrone di Flick continua a girare a meraviglia. Anche senza stadio, anche senza l’infortunato Yamal. “Conosciamo la situazione, per noi non ci sono scuse”, ha dichiarato l’allenatore tedesco. “Se dobbiamo giocare qui al Cruijff, giocheremo qui”. Per i campioni blaugrana sa quasi di esperienza esotica. Per i tifosi e tutti gli appassionati, un’onta su tutta la linea. Se non un grottesco paradosso: avere il giocatore più pagato al mondo, e costringerlo a giocare in un campetto di provincia.