Una finale di Champions che cambia la storia. Di una squadra, di un giocatore. Di un club ma forse anche due o tre: oggi Ousmane Dembélé è il simbolo più fulgido del PSG pigliatutto. Eppure il suo percorso – fatto di tanti alti e bassi, prima dell’exploit assoluto della scorsa stagione – parte da lontano. Fino al settore giovanile del Rennes. Che non a caso oggi s’inorgoglisce a vedere uno dei suoi vecchi pupilli a ripercorrere le orme di Messi e Cristiano Ronaldo. “La consacrazione alla carriera di un prodigio”.
I bretoni lo scrivono in un lungo comunicato, riconoscendo a loro volta i meriti dell’Évreux Football Club 27: una piccola realtà locale dove Dembélé era cresciuto come tanti altri futuri campioni, da Upamecano a Mandanda. Ma Ousmane era diverso: “Aveva due mani al posto dei piedi”. E presto gli osservatori del Rennes furono richiamati dalle giocate di quell’acrobata del pallone: lo visionarono per la prima volta a 8 anni e non lo persero più d’occhio. A 13, Dembélé si sarebbe unito al vivaio rossonero. “Chiunque può notare un buon giocatore”, racconta uno di loro, Armand Djiré. “Ma la vera sfida è capire cosa possiamo fare per garantire il suo pieno sviluppo e successo. Fin dal primo incontro, abbiamo instaurato un rapporto molto speciale con i nostri ragazzi. Anche con Ousmane. E l’abbiamo mantenuto”.
Dembélé debutterà in prima squadra a 18 anni, affermandosi subito come un fuoriclasse assoluto. Il resto è storia: Borussia Dortmund, Barça, infine il Paris. Dove con Luis Enrique il ragazzo trova finalmente la continuità di rendimento che troppo spesso gli era mancata nel corso della sua altalenante carriera. Messo nelle condizioni ideali per sprigionare il suo talento, il classe ’97 mostra a tutti il suo strapotere trascinando il PSG al poker di trofei che tutti sappiamo. “Un’annata eccezionale”, continua il Rennes, “sia a livello personale che collettivo. E premiata dalla conquista del Pallone d’Oro: siamo fieri di vedere un giocatore della nostra Academy aggiudicarsi il massimo riconoscimento individuale. Congratulazioni Ousmane, orgoglio rossonero”.
Oggi il migliore, ma non certo l’unico. Perché scorrendo la lista degli alumni passati per il vivaio del Rennes negli ultimi anni, spicca un concentrato di qualità assoluta: Camavinga, Tel, Doué – che al PSG sta ripetendo l’esperienza di Dembélé –, Doucouré, Bakayoko, Belocian. Passando per quei giocatori ora alle prese con la nostra Serie A: Laurienté al Sassuolo, Da Cunha al Como, Andy Diouf all’Inter. Un’autentica miniera d’oro, che il Rennes continua a forgiare con notevole progettualità. E a suon di plusvalenze reali, nel tempo ne beneficia anche la prima squadra. Dove oggi militano ben cinque prodotti del vivaio: quest’anno Meité e compagni non giocano alcuna coppa europea per la prima volta dal 2018, ma il cammino di medio-lungo periodo è ben tracciato verso l’alto. Ai vertici del calcio francese. Ricordando a quelli del calcio mondiale da dove arrivano i campioni del presente, quando vincono il Pallone d’Oro.