In Germania ormai lo sanno tutti: quando gioca l’Eintracht Francoforte, fuori i pop-corn e mettersi comodi. Lo spettacolo sarà garantito. A prescindere dal risultato – e questo magari preoccupa un po’ i tifosi, alle prese con un avvio di stagione tanto esaltante quanto discontinuo. L’ultimo match, martedì sera in Champions League, ha visto i tedeschi crollare per 5-1 sotto i colpi dell’Atlético Madrid. Con lo stesso punteggio avevano vinto però al debutto europeo, ai danni del Galatasaray. E in Bundesliga? Storia simile: l’Eintracht conta tre vittorie e due sconfitte. Ma soprattutto, il miglior attacco e la seconda peggior difesa. Sfoggiando numeri al di là di ogni zemaniana memoria.
Fin qui sono otto partite stagionali in totale, con 28 gol fatti e 19 subiti. Cioè 3,5 e 2,4 a partita, quasi 6 in totale: un’enormità con rari precedenti, quando comunque se n’è andato il primo spicchio di 2025/26. Sono statistiche che riflettono un calcio divertente, spregiudicato, a trazione offensiva e ad alta intensità. Con tutti i rischi che ciò comporta. Per esempio, anche quando si è trovato avanti per 6-0 (sabato scorso, in casa del malcapitato Monchengladbach), l’Eintracht ha dimostrato di non saper gestire in alcun modo il vantaggio: 4 reti subite nei minuti finali e la sensazione che se ci fossero stati i supplementari avrebbe potuto perfino realizzarsi una clamorosa rimonta. In generale, i biancorossi sono andati a segno ogni volta che sono scesi in campo – e in sei occasioni su otto hanno trovato tre o più gol. L’unica partita in cui invece la loro porta è rimasta imbattuta, era stato all’esordio stagionale in Coppa di Germania. Ma contro una squadra di quinta divisione.
“Non siamo ciechi”, ha dichiarato l’allenatore Dino Toppmöller – figlio d’arte, si chiama così in onore di Zoff – dopo l’imbarcata del Wanda Metropolitano. “Certo è che qui abbiamo affrontato un avversario di livello superiore, ci ha fatto toccare i nostri limiti. Ma la nostra fase difensiva deve diventare più affilata e migliore sotto ogni punto di vista: non ci sono scuse”. E sabato in Bundes, a Francoforte arriva il Bayern capolista imbattuto. Difficile immaginare un copione avaro di emozioni: basti pensare che i bookmaker ormai, quando gioca l’Eintracht, valutano l’over 2,5 – la scommessa che l’incontro finisca con tre o più gol totali – attorno a 1,3 (una cifra estremamente bassa, di solito è quotato quasi alla pari).
Il punto di partenza, che può rassicurare i sostenitori biancorossi, è che Toppmöller propone un calcio ben preciso. E che la sua squadra ha una chiara identità di gioco. Congeniale – e questo è l’aspetto più importante – alle caratteristiche strutturali dell’Eintracht, che da anni non fa che esportare grandi attaccanti con enormi ritorni di cassa. Jovic, Kolo Muani, Marmoush, Ekitiké, tanto per citare i casi più eclatanti. La tendenza è netta e consolidata da tempo. Chi sono i goleador del presente? Jonathan Burkardt, campione d’Europa con la Germania Under 21 nel 2021. Ritsu Doan, ala giapponese in cerca del salto di qualità definitivo. E soprattutto Can Uzun: seconda punta 19enne già pronta al grande calcio. In poche settimane ha già messo a referto 6 gol e 4 assist, l’Eintracht l’aveva comprato a luglio dal Norimberga per 11 milioni di euro, assicurandosi un quinquennale, ma è praticamente certo che dalla sua futura cessione piazzerà l’ennesima plusvalenza. In Germania si mangiano le mani perché Uzun, nato a Ratisbona, ha scelto di rappresentare la Turchia suo paese d’origine. A Francoforte cambia poco: talenti come Uzun vanno e vengono. Ma finché giocano qui segnano e fanno segnare. Tanto e bene.