Acquistare i giovani talenti è la strategia migliore per costruire squadre forti e sostenibili

I calciatori Under 23, o anche più piccoli, sono diventati un asset irrinunciabile per qualsiasi club. Lo dimostrano i numeri raccolti da Banca Ifis, che si sta imponendo come protagonista del calciomercato.
di Alessandro Cappelli 02 Ottobre 2025 alle 10:52

Ogni anno il calciomercato estivo si chiude in un misto di hype e aggettivi superlativi. Un po’ per i nomi, per i giocatori che cambiano maglia e città e campionato, facendo fantasticare i tifosi su nuove soluzioni tattiche e ambizioni che forse neanche verranno rispettate. Un po’ per i numeri, sempre maggiori, delle spese. Quest’anno nella finestra di mercato di luglio e agosto le squadre di tutto il mondo hanno mosso più di dieci miliardi di euro, cifre mai viste prima: una bonanza finanziaria orchestrata da presidenti, general manager e procuratori.

Come ormai di consueto, a guidare il carro dei colpi di mercato più onerosi c’è la Premier League. Non è nemmeno più un tema di conversazione: i trasferimenti in Inghilterra viaggiano su numeri irraggiungibili per tutti gli altri, ogni anno c’è un nuovo record superato. Quest’anno è toccato al Liverpool rubare la scena. Dopo la vittoria della Premier della scorsa stagione, i reds hanno deciso di rinforzare la squadra con una serie di acquisti a cinque stelle. È arrivato Florian Wirtz dal Bayer Leverkusen per 125 milioni di euro, accompagnato dal compagno di squadra Jeremie Frimpong, per altri 40 milioni. Sull’altra fascia, a fare da backup a Robertson nel ruolo di terzino sinistro, è arrivato Milos Kerkez, per 45 milioni, mentre al centro della difesa il giovane difensore italiano Giovanni Leoni, comprato dal Parma per 31 milioni. In attacco la nuova star sembrava il francese Hugo Ekitike, acquistato dall’Eintracht Francoforte per 95 milioni, solo che poi i dirigenti dei reds si sono fatti prendere la mano e dal Newcastle è arrivato anche lo svedese Alexander Isak, per circa 150 milioni di euro.

In totale, il Liverpool ha speso quasi mezzo miliardo. È una cifra monstre, che però non stona più di tanto in una lega in cui tutti hanno a disposizione risorse fuori scala rispetto al resto d’Europa. La spesa aggregata delle squadre di Premier League quest’anno è arrivata a 3,6 miliardi di euro, un altro record. Il triplo rispetto alla Serie A, che sarebbe anche il secondo campionato in ordine di spesa. Le squadre italiane hanno tirato fuori dal cappello 1,2 miliardi di euro tra cartellini e riscatti: in tutto sono 215 acquisti, di cui 72 in prestito, più di 500 cessioni (metà in prestito), per un totale di 2,3 miliardi movimentati tra entrate e uscite. Per fare un confronto, le squadre tedesche hanno speso 850 milioni in tutto, quelle spagnole 650.

I club italiani hanno mosso molte pedine sullo scacchiere del calciomercato. Il Milan è quello che ha speso più di tutti (162 milioni), ma anche il Napoli ha deciso di difendere lo scudetto vinto a maggio con una campagna acquisti lussuosa, portando in azzurro De Bruyne, Lang, Lucca, Beukema, Elmas, Milinković-Savić, Marianucci, Miguel Gutiérrez e Højlund. È stato un mercato movimentato anche per la Juventus – che l’ultimo giorno ha firmato Openda e Zhegrova cambiando volto al suo attacco – e per la Fiorentina, che ha speso quasi cento milioni. Ognuno ha fatto la sua parte per rendere la Serie A il campionato più attivo del calciomercato dopo l’irraggiungibile Premier League.

Una particolarità di questa sessione riguarda gli acquisti di giovani talenti, cioè i ragazzi nati dopo il 2002 che ritroveremo durante l’anno in Serie A. Il Como ad esempio ha allungato la rosa con Jesús Rodríguez, Addai, Jacobo Ramón e Baturina (i primi tre del 2005, l’ultimo del 2003). Ma si potrebbe fare l’esempio di Wesley alla Roma, già in gol alla prima giornata, o Martin Vitík del Bologna, subito titolare al centro della difesa di Vincenzo Italiano. In generale, in Serie A sono arrivati 36 giocatori under-23, molti sono destinati a essere protagonisti fin da subito.

Su questo tema Banca Ifis ha pubblicato un report che inquadra la propensione dei club europei e italiani nell’acquistare giovani talenti. Lo studio mette in evidenza come il calcio giovanile sia diventato un asset strategico per i club: genera valore economico, sportivo e identitario. In Italia, si legge, «prevale ancora un approccio conservativo (prestiti, mercato interno), ma c’è un trend di apertura verso acquisizioni definitive e valorizzazione delle seconde squadre».

L’analisi prende in considerazione il periodo dal 2018 al 2025. In questo arco temporale il 59% degli acquisti e il 54% delle cessioni riguarda giocatori under-23 – di cui l’80% degli arrivi è Made in Italy, cioè proviene soprattutto da Serie B, C e D, ma solo il 9% dalla Primavera. Mentre a livello globale i trasferimenti totali di under-23 sono in crescita del 45% tra il 2018 e il 2025, con oltre 24mila operazioni previste. Nella stima provvisoria del 2025 gli under-23 cubano il 53% dell’intero ammontare di investimenti nel calciomercato, con oltre 4,1 miliardi di spesa. La maggior parte dei giovani calciatori, circa il 54%, si muove a parametro zero, poi c’è una quota di movimenti a titolo definitivo (24%) e solo una minoranza del 22% che si muove in prestito.

Nel report di Banca Ifis, la valorizzazione del talento giovanile viene valutata su due dimensioni: da un lato l’investimento per l’acquisizione di giovani calciatori, dall’altro la fertilità, intesa come capacità di formare e far emergere i giovani talenti nazionali. In questo modo si può stimare come e quanto i club riescano a realizzare quella che viene definita «un’ecologia del talento», cioè la capacità di costruire un ecosistema di mercato e di campo in cui gli under-23 possono essere una colonna portante. «Tutte le leghe mostrano saldi positivi nelle fasce under-18, under-19 e under-23, segno di forte propensione all’acquisto di giovani calciatori», si legge nel report. «Al contrario, sugli over-27 si opera in maniera opposta: i saldi negativi evidenziano la volontà di cederli sul mercato, per ringiovanire la rosa e abbassare il monte ingaggi».

Si delineano così due strategie complementari: c’è chi crea innovazione e c’è chi compra innovazione, due approcci definiti rispettivamente loan-buy-after e buy-and-develop. Ligue 1 e Bundesliga evidenziano una maggiore capacità di creare innovazione, portando in prima squadra i loro talentini; all’estremo opposto c’è la Serie A, in cui c’è chi l’innovazione preferisce comprarla – qui il 90% dei giovani è stato acquistato da altre leghe. Guardando più nel dettaglio alla nostra Serie A, nel 2024/25 il 58% degli acquisti ha riguardato under-23, contro solo il 22% di over-27: un dato che coincide con la media del periodo analizzato e, complessivamente, una strategia orientata ai giovani per massimizzare sviluppo, valore futuro e rivendibilità. «Un tale approccio evidenzia una crescente attenzione nel bilanciare la crescita sportiva con la sostenibilità finanziaria, puntando su asset giovani in grado di generare valore sia in campo che sul mercato», si legge nel report.

Banca Ifis non è impegnata solo a osservare il fenomeno di sviluppo dell’ecosistema calcistico e sportivo italiano, ne è parte attiva con una nuova business unit dedicata allo sviluppo di soluzioni finanziarie per le imprese che operano nel settore. Ifis Sport infatti è la nuova divisione interna all’area di Corporate and Commercial Banking pensata per accompagnare le realtà sportive, siano esse professionistiche o amatoriali, verso il soddisfacimento delle necessità finanziarie e di crescita commerciale. Ifis sport nasce con l’obiettivo di supportare la crescita e la sostenibilità dell’intero ecosistema sportivo, offrendo servizi su misura per club, istituzioni, atleti professionisti, sponsor e stakeholder del settore. «Vogliamo essere un riferimento per il calcio», ha detto Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis. «Vogliamo rendere più competitivo il nostro campionato. Finanziando, per esempio, operazioni di player trading per portare giocatori internazionali in Italia. Noi abbiamo pochi giocatori che hanno un grosso pubblico alle spalle. In Spagna e in Inghilterra hanno giocatori che riescono a creare un’economia intorno a loro, mentre il campionato italiano purtroppo ne ha pochissimi. Uno di questi e’ Paulo Dybala e poi De Bruyne. Forse c’è qualche altro giocatore, ma sono veramente pochi. Quindi Banca Ifis vuole un riferimento per il calcio in Italia e l’obiettivo e’ quello di sostenere la Lega di Serie A».

Il sostegno di Banca Ifis allo sport si concretizza in un’ampia gamma di prodotti destinati alle aziende. Ad esempio l’anticipo crediti – siano essi i ricavi da diritti tv, le sponsorizzazioni, il player trading o la valorizzazione del cartellino per club calcistici – e l’erogazione di fideiussioni, linee di credito e confirming per operazioni nazionali e internazionali. Ma non solo, le società sportive hanno accesso anche a servizi di leasing e noleggio operativo di veicoli, attrezzature sportive, tecnologia, infrastrutture e pannelli fotovoltaici, oppure coperture assicurative dedicate con polizze contro l’inabilità temporanea, tutela del patrimonio di atleti e dirigenti, soluzioni di credit protection insurance per club e sponsor. La proposta commerciale è destinata, in questa prima fase, alle imprese attive nell’ambito di calcio, pallavolo, ciclismo e pallacanestro, ma la flessibilità del servizio prevede la possibilità di sostegno anche ad altre discipline sportive, siano esse tradizionali o emergenti. Lo sport viene visto anche come un potente motore di inclusione sociale, crescita economica e valorizzazione dei territori. Per questo l’istituto nel 2022 ha lanciato il primo Osservatorio sullo Sport System italiano e, nell’ambito delle ricerche sullo sport, ha quantificato per la prima volta nella storia il valore economico del Giro d’Italia e ha elaborato diversi studi dedicati ad altri grandi eventi come i Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026.

C’è anche un lungo elenco di iniziative sociali volute dal Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio, che nel triennio 2022-24 ha portato avanti un piano di investimenti da sette milioni di euro. Driver di questo impegno è stato Kaleidos, il Social Impact Lab di Banca Ifis che si concentra soprattutto sullo sport come strumento di inclusione sociale, a partire dai giovani. Per questo motivo, da quattro anni l’istituto sostiene i medagliati juniores italiani attraverso borse di studio erogate attraverso il Coni. All’iniziativa, Banca Ifis ha applicato il proprio modello di misurazione d’impatto per quantificare il valore generato: ogni euro investito nella formazione dei giovani atleti produce un impatto sociale pari a 4,1 euro. Tradotto in termini pratici, le borse di studio 2023 di Banca Ifis hanno generato un impatto sociale pari a 656mila euro.

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