La vittoria 4-1 contro il Barcellona grazie a una prestazione scintillante di Alexis Sánchez, il sesto posto in classifica a pari punti con l’Atlético e a sole due lunghezze dalla zona-Champions, una speranza di serenità a medio-lungo termine: per il Sivglia, tutti questi eventi e certe sensazioni positive sembravano vetteinarrivabili soltanto poche settimane fa. Il club andaluso era infatti vittima di una crisi davvero profonda ed estesa a tutti i livelli, innanzitutto quello tecnico-economico, ma poi anche istituzionale e di immagine. Giusto per dirne una: il nuovo direttore sportivo, Antonio Cordón, ha dovuto fare il mercato con il budget più basso di tutto il calcio professionistico spagnolo. In un ambiente del genere, avvelenato anche dalle violente proteste dei tifosi, l’arrivo di Matias Almeyda in panchina è passato decisamente in secondo piano. E invece proprio questa mossa si sta rivelando indovinata, anzi decisiva, per riportare un minimo di tranquillità nella parte biancorossa di Siviglia.
In realtà Almeyda è una vecchia conoscenza di chi frequenta il Ramón Sánchez-Pizjuán: dopo gli inizi al River, e prima di passare alla Lazio e stabilizzarsi nel campionato di Serie A, l’ex centrocampista argentino ha giocato per una stagione in Andalusia. Era il 1996/97, il Siviglia retrocesse e fu costretto a cedere El Pelado, storico nickname di Almeyda, anche a causa di un bilancio che annaspava. Più o meno la situazione che Almeyda si è ritrovato a vivere oggi, richiamato dal suo vecchio club pochi mesi dopo la fine della sua avventura sulla panchina dell’AEK Atene. Il suo lavoro è iniziato dalle fondamenta: come scrive El País in questo articolo, il nuovo tecnico e il direttore sportivo hanno imposto una serie di regole chiare e precise, soprattutto legate agli orari e alle routine di lavoro, che hanno cementato il gruppo. Un’altra figura chiave è stata ed è quella di Guido Bonini, preparatore atletico che ha rivitalizzato i calciatori dal punto di vista fisico.
Sempre secondo El País, l’approccio passionale e l’attenzione al gruppo – cementata anche dagli asado celebrati dopo gli allenamenti – del nuovo allenatore ha «conquistato» i giocatori del Siviglia, risorti anche dal punto di vista dell’autostima. In campo tutto questo si traduce in una squadra che gioca sempre con grande intensità e abnegazione, ma che pratica anche un calcio abbastanza sofisticato, fatto di pressing e ripartenze. Ed è proprio in questo modo, anche sfruttando gli ampi spazi lasciati dalla squadra di Flick, che è arrivata la vittoria contro il Barcellona – la prima in casa, contro i blaugrana, dopo dieci anni esatti. Più che dal punto di vista tattico, però, è interessante analizzare la svolta impressa da Almeyda a livello comunicativo ed emotivo. In questo senso, i discorsi motivazionali e tutte le manifestazioni del tecnico argentino durante la gara contro il Barça hanno avuto un enorme impatto sull’ambiente sevillista. Per capire cosa intendiamo, vi consigliamo di guardare un breve minidoc pubblicato dal Siviglia sul suo sito ufficiale. È anche così, forse soprattutto così, che si superano le crisi, che si ricostruiscono le squadre.