L’Arena Civica è per sua natura un luogo suggestivo. Aggiungeteci un po’ di foschia, l’aria fresca dell’alba e un maglione ispirato alla maglia che il portiere del Milan indossava a fine anni Sessanta. Il risultato è un viaggio nel tempo che atterra nei giorni in cui Fabio Cudicini si allenava sul prato dell’Arena. Si tuffava, bloccava la palla, si rialzava. E via così, tutto il pomeriggio. A distanza di anni Cudicini è ancora lì. In campo c’è Carlo, suo figlio. Ha gli occhi pieni di orgoglio, suo padre nel cuore. Posa davanti alle telecamere indossando il maglione dedicato alla divisa da portiere della stagione 67/68 creato dal club per celebrare i 90 anni di Fabio. Il portiere che arrivò a Milano a trentadue anni, quando la fine della carriera cominciava a sdraiarsi sul futuro. Ma insieme al Milan scrisse la storia vincendo tutto. E parando di più. Con il suo completo scuro stregò l’Italia e i grandi del calcio. Come quando durante la semifinale di Coppa dei Campioni a Old Trafford spense lo United di George Best, Denis Law e Bobby Charlton. A fine partita Matt Busby era incredulo: «Siamo stati fermati da un ragno nero!». Quel ragno era Fabio Cudicini. E la sua divisa oggi è diventata un maglione dal filato morbido a tinta unita. ù
Carlo sembra una statua: ha gli occhi fissi, non un capello fuori posto. In campo si ha la percezione di rivedere suo padre. «Sto provando una grandissima emozione» ci racconta Cudicini «indossare e toccare con mano quello che io ho solo visto e vissuto in fotografia è bello, dato che sono nato un anno dopo il ritiro di mio padre. Era una persona abbastanza riservata, non condivideva molto di quelle che sono state le sue esperienze personali della sua carriera. I ricordi più vivi per me sono le immagini di Madrid, quando ha alzato la Coppa dei Campioni al Bernabeu, dei trofei che in quegli anni ha vinto con il Milan. Aver posato per il lancio di questo maglione mi porta indietro con la memoria». Non si tratta solo di un maglione, ma di un pezzo di storia da consegnare ai tifosi. Il Ragno Nero ha reso grande il Milan. E a San Siro non se lo dimenticheranno mai.
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Fu Nereo Rocco a presentare a Fabio Cudicini la possibilità di difendere la porta del Milan. Si incrociarono in una trattoria sul Carso. Erano entrambi nati a Trieste, per questo Cudicini non ebbe difficoltà a tradurre la frase che Rocco gli impacchettò in dialetto attorno al tavolo: “Vuoi venire a giocare nel Milan?”. Così un portiere del Brescia in vacanza arrivò a stringere l’Europa. Quel Milan ha messo un timbro sulle pagine del calcio. E la società ha deciso di onorarlo con una collezione ispirata alla divisa d’allenamento della squadra di Nereo Rocco. Grazie alle linee vintage il club ha unito stile quotidiano e tradizione sportiva. Momenti, partite e memorie che potranno essere vissute ancora una volta alla Bottega del Diavolo di Via Dante a Milano. Il negozio sarà avvolto nel fascino del vintage, offrendo ai visitatori un viaggio immersivo tra le maglie che hanno scritto la storia rossonera. Perché gli anni ’60 non passeranno mai di moda.