Lo hanno detto tutti al Manchester City: uno dei motivi per cui l’ultima stagione è stata a dir poco deludente, che poi vuol dire senza trofei, è stato l’infortunio di Rodri. Un’assenza che va molto al di là dell’aspetto tattico, dell’importanza del Pallone d’oro 2024 nel sistema dei citizens, del rapporto di fiducia tra lui e Guardiola. Il centrocampista spagnolo ha lasciato un enorme vuoto tecnico ed emotivo in campo e non solo. Lo stiamo capendo ancora oggi: lo spagnolo non è ancora rientrato a pieno, il suo minutaggio è stato controllato costantemente e Guardiola ha provato a sostituirlo con Nico Gonzalez, con buoni risultati, ma anche cambiando modulo, rinforzando il centrocampo con giocatori di raccordo come Kovacic e Rejinders, eppure Rodri continua ad avere un’influenza enorme sul City.
Anche perché, dal canto suo, lo spagnolo è spesso con la squadra anche se o quando è infortunato. Lo sta facendo sia in questa stagione come nella scorsa, quando era fermo per la rottura del legamento crociato del ginocchio. Sta assumendo il ruolo di senatore e guida del gruppo, ha dato diversi consigli a Nico González che ne ha tratto grande beneficio. «Mi aiuta in ogni partita», ha detto González parlando di Rodri. «Per esempio, nell’ultima gara contro l’Everton, durante l’intervallo mi ha dato dei consigli su ciò che aveva visto e su cosa stava succedendo in campo, perché conosce molto bene il ruolo e ciò che dovrei fare in quella posizione. Cerco sempre di ascoltarlo e imparare molto da lui».
Di fatto Rodri è uno dei capitani del Manchester City, anche senza avere fisicamente la fascia sul braccio – Bernardo Silva ne è l’attuale proprietario. Anche perché parliamo di un giocatore fuori dal comune, nel senso letterale. Si è laureato in gestione aziendale e amministrazione d’impresa all’Università di Castellón, mentre giocava nel Villarreal. Molti pensano che, una volta smesso di giocare, Rodri finirà per diventare dirigente, o forse allenatore, viste le sue spiccate doti di leadership. «Sono abbastanza sicuro che Rodri si annoierebbe a casa una volta ritiratosi, senza nulla da fare, quindi credo che rimarrà coinvolto nel mondo del calcio, ma è una domanda da fare a lui», ha ricordato Pep Guardiola.
L’allenatore del Manchester City spera che ciò accada tra qualche anno, dato che Rodri ha ancora solo 29 anni. Anche perché, al di là del suo contributo fondamentale a centrocampo, il Pallone d’Oro 2024 è una presenza costante a bordo campo e nello spogliatoio del Manchester City, da quando è tornato in Inghilterra dopo la prima fase della riabilitazione svolta in Spagna all’inizio dell’anno. «Lo adoro! Tutti i ragazzi che non possono giocare per infortunio, se hanno la mentalità giusta, li lascio diventare quasi dei ‘mini-allenatori», ha detto ancora Guardiola. Che, in pratica, lo sta avviando al mestiere. Potrebbe non sorprendere che, tra qualche anno, il centrocampista diventi un assistente del manager catalano. «È questo che crea una squadra, dei legami speciali: quando i giocatori che non giocano o che sono infortunati riescono comunque ad aiutare chi è in campo», ha spiegato Pep. Che di Rodri non può proprio fare a meno, che sia al centro del suo gioco o di fianco a lui in panchina.