Quando gli è stato chiesto cosa preferisse tra “soccer” e “football”, Zohran Mamdani, candidato democratico e favorito alle elezioni per la carica di sindaco di New York, ha risposto: «Football quando sono onesto, soccer quando sono in campagna elettorale». In realtà, quindi, Mamdani preferirebbe non scegliere: in una città globale come New York, dove convivono culture e lingue diverse, è meglio non schierarsi in maniera netta. A differenza di molti americani, però, la sua profonda passione per il calcio è forte e sincera. Ed esiste da un po’. Mamdani considera il calcio come il vero specchio cosmopolita di New York, il luogo dove tutte le diverse culture e sfumature della città si manifestano, lontano dai riflettori.
La passione di Mamdani per il calcio è legata alle sue origini. Come ha raccontato a The Athletic, l’amore per l’Arsenal è nato perché i Gunners furono tra le prime squadre con molti giocatori africani (come Lauren, Kolo Touré, Kanu). Per un bambino nato in Uganda, come lui, ciò rappresentava un grande motivo d’orgoglio. Questa ammirazione non è solo tifo, ma la base di una sua visione politica del gioco: il soccer socialism, come lo chiama lui. Il fascino reale del calcio vive lontano dal sistema capitalistico eretto dalla FIFA, fondandosi invece sulla comunità e sulla partecipazione. Non a caso, tra i suoi obiettivi come sindaco di New York c’è quello di costruire nuovi campi da calcio nei diversi quartieri della città, a cominciare da quelli in cui la situazione socio-economica è più complicata.
La sua candidatura è un segnale forte: New York potrebbe presto essere guidata da un sindaco che si definisce apertamente come un socialista democratico, favorito alla vittoria finale nonostante il clima politico americano vada in tutt’altra direzione – quella del conservatore Donald Trump, naturalmente. In questo contesto di cambiamento, anche il calcio assume un ruolo centrale: Mamdani intende usare i Mondiali del 2026 come trampolino, ma soprattutto vuole agire partendo dalle comunità, dai parchi e dalle leghe locali, per restituire dignità e voce a tutti i cittadini. E farlo attraverso il pallone, ecco potrebbe essere la scelta giusta.