Ormai il mondo della comunicazione sportiva si è aperto a tutte le piattaforme possibili. Una marea di contenuti, tra video Youtube, dirette streaming, reel e podcast sta inondando le nostre vite. Anche le stesse istituzioni delle varie discipline si rivolgono a storyteller e influencer per cercare di mettere piede in un mercato potenzialmente infinito. Un discorso che vale anche per l’ATP, l’organizzazione internazionale del tennis che regola il Ranking maschile e organizza i torni fuori dal circolo ristretto dei quattro Slam, che ha deciso di stringere una collaborazione con la più famosa piattaforma di streaming musicale sul pianeta, Spotify.
Come raccontato da The Athletic, questa partnership è e sarà incentrata sul coinvolgimento dei tifosi e sulla produzione di contenuti originali ed esclusivi. L’accordo seguirà schemi simili a quelli siglati all’inizio dell’anno con TikTok e Overtime, media sportiva rivolti ai fan della Generazione Z e dei Millennials. «L’obiettivo è ampliare la nostra audience e in particolare raggiungere i fan occasionali del tennis maschile, principalmente Gen Z e Millennials», ha spiegato Andrew Walker, vicepresidente senior del brand e del marketing dell’ATP, in un’intervista telefonica alla testata americana. «Si tratta di quei tifosi che hanno già un interesse per il tennis, ma non seguono regolarmente l’ATP o i nostri giocatori settimana dopo settimana. Quelli che si appassionano soprattutto durante gli Slam. Vogliamo portarli dentro il mondo ATP, creando contenuti interessanti e offrendo loro esperienze sulle piattaforme che usano già».
La musica ha sempre avuto un ruolo centrale nei rituali del tennis: le canzoni d’ingresso nei grandi tornei, i break trasformati in occasioni per ballare e le playlist personali dei giocatori prima dei match. Con questo accordo, che prevede la produzione di contenuti originali da parte dell’ATP (presumibilmente podcast) e la cura di playlist e brani d’ingresso su Spotify, il circuito amplia la portata di questi elementi, assumendo anche un maggiore controllo creativo sulla distribuzione dei propri contenuti. Inoltre, l’annuncio dell’intesa è arrivato nella stessa settimana in cui l’ATP ha presentato un nuovo logo. È chiaro che si sta sviluppando una strategia di rinnovamento per attrarre un pubblico più giovane.
Come rileva The Athletic, questa nuova politica – verrebbe da dire in crossover – dell’ATP nasce da una ricerca condotta l’anno scorso, che ha mostrato come il circuito maschile non avesse una presenza sufficiente negli spazi digitali frequentati da Millennials e Gen Z. Negli ultimi anni il circuito ha sperimentato uno stile comunicativo più ironico: tra le campagne più note, un video con Fritz, Alex de Minaur e Lorenzo Musetti “sostituiti” da pupazzi, e un’altra con Djokovic, Alcaraz e Murray che presentava il tour come un reality show sceneggiato. Tuttavia, un rapporto di Ofcom ha rilevato che l’interesse per il tennis nel Regno Unito tra i 18 e i 34 anni è diminuito tra il 2019 e il 2024, nonostante la crescita dei follower dei giocatori e dei tornei sui social. Molti atleti hanno lamentato difficoltà nel condividere contenuti dietro le quinte: permessi limitati per filmare durante gli eventi, restrizioni sui diritti TV e video bloccati per copyright. L’accordo con TikTok aveva sollevato dubbi sulla compatibilità tra una piattaforma “leggera” e un’organizzazione tradizionale come l’ATP. Con Spotify, il legame appare decisamente più naturale. Ma, come sempre capita, il successo dipenderà dalla qualità dei contenuti e da quanto l’ATP riuscirà a diffonderlo.