Migliaia di tifosi del Barcellona sono andati a vedere un allenamento al Camp Nou, anche se è ancora un cantiere e i lavori sono in ritardo

Dopo continui prolungamenti e progetti cambiati, la gente del Barça ha ritrovato un simbolo, seppur ancora in allestimento.
di Redazione Undici 08 Novembre 2025 alle 09:10

Ci sono momenti in cui i club hanno bisogno di attaccarsi ai propri simboli. Luoghi e tradizioni che riportano alla propria storia. Più è lunga e gloriosa, più il sentimento cresce. Succede se si attraversa un periodo incerto, soprattutto fuori dal campo. Non deve sorprendere, quindi, che anche intorno una squadra che in questi anni ne ha viste di tutti i colori come il Barcellona possano vedersi delle scene inusuali, come una marea di tifosi che va a vedere un allenamento in uno stadio ancora in costruzione. Umarell (i vecchi al cantiere a Bologna, ndr) in versione catalana. Da quelle parti, infatti, negli ultimi anni hanno un po’ perso il filo con la propria memoria.

Dopo l’addio di leggende come Messi, Piqué, Busquets e Jordi Alba e tutti i guai finanziari non ancora risolti, i fans blaugrana avevano voglia di ritrovare alcune certezze e il Camp Nou è una di queste. Tra ritardi di un anno sui lavori e piani non proprio avveniristici, il progetto di ristrutturazione è avanzato a singhiozzo. Per questo motivo, alla prima occasione utile per capire a che punto fossero le operazioni, i tifosi hanno risposto in massa. Messaggio implicito: non ne possono più di arrampicarsi sulla collina del Montjuic per raggiungere lo stadio olimpico.

Come svelato da The Athletic, il Camp Nou ha riaperto almeno in parte per il primo evento pubblico dall’inizio della ristrutturazione. Non si è trattato ancora di una partita ufficiale, ma si è tenuta una sessione di allenamento aperta a un pubblico di quasi 23.000 paganti. Il ricavato è stato destinato a progetti benefici legati alla Fondazione Barça. E pensare che l’idea iniziale del Barcellona era di tornare a giocare lì, a capacità ridotta, entro novembre 2024. Il presidente Laporta è stato immortalato in lacrime mentre usciva dal palco d’onore, nonostante lo stadio fosse ancora in gran parte vuoto e con gli anelli superiori ancora in allestimento. Un’emozione che però non può nascondere le responsabilità, sue e del consiglio direttivo, per i tempi biblici dei lavori, con il conseguente enorme debito aggiuntivo. «Questo è un sogno collettivo di tutti i tifosi del Barça – ha dichiarato in conferenza stampa dopo l’evento – ci vorrà ancora un anno per completarlo, con la copertura che andrà a sormontare lo stadio, ma i giocatori sono già rimasti colpiti. Le sensazioni sono positive. Non è stato segnalato alcun incidente o problema da parte dei nostri operai».

Anche se si è trattato solo di un allenamento, in città si è respirato un grande entusiasmo. Sono stati accreditati circa 180 giornalisti e ogni tifoso con un biglietto ha avuto la percezione di vivere un momento importante. Negli ultimi mesi la frustrazione degli appassionati è cresciuta, dato che un ritardo sembrava seguire l’altro. In questo inizio di Liga, il club ha dovuto disputare già due partite casalinghe nello Stadio Johan Cruyff, da appena 6.000 posti, prima di tornare al Lluís Companys, la casa delle ultime due stagioni. Il caos del Camp Nou ha lasciato i campioni di Spagna per qualche istante senza un posto dove stare. C’era il bisogno di tornare alla normalità, almeno per un pomeriggio.

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