Il Principe Harry ha dovuto scusarsi con i canadesi per aver indossato un cappellino dei Los Angeles Dodgers

C'entra il Commonwealth, l'etichetta di casa Windsor. E anche per questo, l'ex Altezza reale poteva forse elaborare delle scuse più convincenti.
di Redazione Undici 10 Novembre 2025 alle 18:16

Incidente diplomatico al primo inning. Da qualche giorno il Principe Harry, duca di Sussex e secondogenito di Carlo III del Regno Unito, sta facendo i conti con uno strano scandalo accesosi nel corso di una partita di baseball. Si giocava a Los Angeles, nella città natale della moglie Meghan, in occasione di gara-4 delle World Series. E l’ex coppia reale è stata pizzicata a fare il tifo a bordo campo, indossando il cappellino azzurro dei Dodgers padroni di casa. Che c’è di male? Tecnicamente nulla. Se non fosse che gli avversari di turno erano i Toronto Blue Jays: cioè una squadra canadese. Cioè di un Paese membro del Commonwealth, già colonia britannica, in cui il padre di Harry è tuttora il capo dello Stato e soltanto oggi il suo nome sta cominciando a rimpiazzare quello della Regina Elisabetta II sulla valuta nazionale. Insomma, non proprio una semplice formalità cerimoniale. E infatti a Toronto le foto del Principe non sono passate inosservate.

Nel giro di poco, Harry ha dovuto così fare marcia indietro in diretta televisiva. “Vorrei scusarmi con l’intero popolo canadese”, ha dichiarato all’emittente di Toronto CTV. “Non avrei dovuto indossare quel cappello. Ma ero in una situazione complicata: quando hai pochi capelli e ti ritrovi sotto la luce dei riflettori, prendi il primo berretto a tua disposizione”. E quello dei Los Angeles Dodgers, futuri vincitori delle World Series 2025, era chiaramente alla portata di tutto lo stadio. Una spiegazione un po’ stiracchiata, anche perché Harry non l’ha finita qui: “Ho fatto quel che richiede la buona educazione. Ed ero ospite d’onore dei Dodgers: durante gara-5, gara-6 e gara-7 mi sono vestito da tifoso dei Blue Jays. Ma ora che l’ho ammesso, sarà difficile per me poter tornare a Los Angeles”. Dalla padella alla brace.

Oggi Harry vive in California con la famiglia, ma in passato aveva trascorso parecchio del suo tempo in Canada. Dopo le critiche, prendendola con una certa filosofia, ha ribattezzato l’intero polverone mediatico “Hat Gate” – facendo il verso ai più grandi scandali della storia politica americana. In effetti, un siparietto di poco conto rispetto allo scontro ideologico riflesso dall’ultimo atto della Major League Baseball di quest’anno: la sfida tra la franchigia statunitense e quella canadese, come racconta il New York Times, è stata esacerbata dalle recenti guerre tariffarie e dagli scontri verbali fra i presidenti dei rispettivi paesi, Donald Trump e Mark Carney.

E in difesa del figlio di Carlo e Diana, va detto che la sua progressiva rinuncia ai diritti-doveri di casa Windsor – tra cui il trattamento di Altezza reale – l’ha sempre più proiettato nella mondanità anche a discapito dei suoi rapporti con il sovrano del Regno Unito. Harry dunque va a vedere la partita dei Dodgers come un vip qualunque, a tutti gli effetti. Ma agli occhi del pubblico, soprattutto in circostanze di etichetta come questa, non smetterà mai di essere un Windsor. Tenuto a sostenere i membri del Commonwealth, sempre e comunque, in nome di Sua Maestà. Anche su un campo di baseball.

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