Forse ci ha messo più del previsto, ma Jérémy Doku è diventato uno degli esterni offensivi più forti del mondo

L'immagine di copertina è l'exploit contro il Liverpool: un monologo assoluto, da parte di uno sprinter e un dribblatore senza pari, finalmente anche decisivo sotto porta.
di Redazione Undici 11 Novembre 2025 alle 02:34

Cambio di passo fulminante, la palla incollata ai piedi. Sempre e comunque, a suo piacimento: c’è un exploit nell’exploit, all’interno del 3-0 con cui il Manchester City ha travolto un Liverpool irriconoscibile, nell’ultimo turno di Premier League. E l’apice del divario si è palesato nella prestazione imprendibile di Jérémy Doku. Scatenato, dominante, finalmente pure concreto con un gol all’attivo – e che gol: destro a giro sul secondo palo, dopo aver lasciato sul posto il suo diretto avversario. Dopo 74 minuti e una mostruosa mole di giocate offensive, falli conquistati e occasioni create, Pep Guardiola lo richiama in panchina. E il pubblico dell’Etihad Stadium gli riserva la più meritata delle standing ovation.

Il tragitto che ha portato Doku fin quassù, cioè a diventare fra i migliori al mondo nel suo ruolo, è stato più lungo di quanto il suo bruciante avvio di carriera avesse fatto intendere. Era l’estate del 2021, quando l’intera Europa s’accorse di quel 19enne scuola Anderlecht dallo scatto micidiale. L’Italia in particolare: era l’apice tecnico e agonistico degli Azzurri di Mancini, delle “Notte Magiche 2.0” prossime a consacrarsi a Wembley. Nei quarti di finale contro il Belgio, Insigne e compagni danno una lezione di calcio ai Diavoli Rossi. Lukaku, rigore a parte, è ingabbiato. De Bruyne ha l’aria spenta. Soltanto quel ragazzino, titolare a sorpresa, fa ammattire la nostra retroguardia. Finisce bene per gli Azzurri, ma ogni volta che lui ha la palla è un brivido continuo. Per fortuna non riesce a concludere. E questo sarà anche il suo limite negli anni a venire.

Pochi mesi dopo Doku viene fermato da una brutta serie di infortuni, si riprende, trascina il Rennes ai vertici del calcio francese. Nel 2023 passa al City per 60 milioni di euro: una cifra grossa importante, nei primi tempi soltanto in parte ripagata sul campo – anche per l’eccesso di talento offensivo nella rosa di Guardiola. Tanti sprint, qualche sprazzo di classe sparso qua e là, ma anche tante partite fumose, caratterizzate da giocate non sempre funzionali al gol. Il numero 11, però, non molla. Regge l’urto fisico della Premier, sale di giri, capisce di poter diventare un valore aggiunto. E così pian piano, succede quello che avevamo previsto un po’ tutti: l’assolo contro il Liverpool è da fuoriclasse assoluto, all’interno di una stagione iniziata benissimo, con tre gol e cinque assist già messi a referto.

«Sinceramente non penso che diventerà mai un top scorer», ha detto di Doku Pep Guardiola all’indomani di quella che è anche stata la sua millesima partita da allenatore. «Ma lo ringrazio per questo regalo incredibile. Jérémy sta pretendendo da se stesso di migliorare continuamente, sa ascoltare e la qualità dei suoi dribbling è davvero speciale. Si tratta di un giocatore aggressivo con e senza palla. Cerchiamo di metterlo nelle condizioni più congeniali e ora ha appena sfoggiato una straordinaria prestazione».

Come si vede nel video sopra, che racconta della sua gara contro il Liverpool, Doku è diventato il signore assoluto della fascia sinistra del City. Il povero Conor Bradley, terzino schierato da Slot, lo ha aspettato per tutta la partita coi piedi piantati, pronto ad andare all’inseguimento. Ciò che è venuto fuori, però, è stato un monologo di Jérémy, capace puntualmente di sgusciare in area, seminare scompiglio e – tra giochi di suola o finte di corpo – mettere in ginocchio la difesa dei Reds. Che magari non vivrà un gran periodo, ma fino a pochi mesi fa era la migliore al mondo. Oggi Doku non vuole essere da meno. E, a 23 anni, sta dimostrando che il bello deve ancora arrivare. Per lui, e quindi per il City.

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