Musetti non è riuscito a compiere l’impresa, ma quella contro Alcaraz è una sconfitta molto formativa

Il tennista italiano è eliminato dalle Finals, ma è rimasto dentro la partita fino alla fine, nonostante tutti i suoi problemi.
di Redazione Undici 14 Novembre 2025 alle 03:13

Per le condizioni in cui era, pensare all’impresa di sconfiggere un Alcaraz come quello arrivato a Torino, beh, era quasi impossibile. Eppure, per Lorenzo Musetti, la seconda sconfitta alle Finals sarà un’esperienza formativa. Era la sua prima partecipazione al torneo di fine anno, dopo una rincorsa estenuante che ha alternato il suo equilibrio atletico nelle ultime settimane, eppure il tennista italiano è rimasto in partita contro il nuovo-vecchio numero uno del mondo. Battendo Musetti, infatti, lo spagnolo si è ripreso la vetta della classifica ATP. O meglio: adesso è sicuro di chiudere l’anno in prima posizione.

Nonostante tutto, Alcaraz non si è portato a casa il match facilmente. Anzi se l’è dovuta sudare fino al decimo game del primo set. Un gioco lunghissimo, fatto di scambi infiniti, in cui Musetti è crollato solo alla distanza, complice anche la fatica della rimonta con De Minaur. Fino a lì, però, il tennista italiano aveva tenuto bene il campo, non era mai andato sotto pressione, nonostante il piano gara di Alcaraz fosse chiarissimo fin dall’inizio: cambiare lato velocemente e far correre l’avversario. Grazie a un sevizio cresciuto e divenuto ormai affidabile, il numero otto del mondo ha potuto accorciare lo scambio, restando stabilmente dentro la partita. Anche perché sia il dritto (un solo vincente) sia le sue classiche variazioni di ritmo si sono viste poco. Alcaraz è stato infatti bravissimo a tenere alta l’intensità e soprattutto la potenza dei suoi colpi, sempre molto profondi. Per Musetti, fare quel passo dentro al campo rispondendo in maniera efficace è stato il preludio a un incubo: lui avanzava e arrivavano bordate. E se indietreggiava, Alcaraz si apriva il campo e chiudeva il punto.

Per quanto riguarda Musetti, non si sono visti neanche i recuperi estremi ammirati contro De Minaur  Tutto normale per uno che, a inizio settimana, sembrava aver bisogno di una ricomposizione fisica. E che invece ha retto gli urti di un picchiatore da fondo come Alcaraz. Almeno fino alla fine del primo set, perché poi nel secondo non c’è stata partita: il 6-1 già dice abbastanza, ma è pur vero che Musetti può ricavare delle indicazioni importanti dalla serata di Torino. Intanto a colpire un po’ più in alto la palla di dritto, per darle più forza ed esplosività. Poi a rispondere allo stesso modo ma due metri più verso la rete, perché fa tutta la differenza del mondo. Il terzo elemento, il più importante, è la gestione delle sfuriate. È questa la vera grossa differenza tra i primi due del mondo e tutti gli altri. Quando Sinner e Alcaraz accelerano, spingono l’avversario a lasciare andare l’incontro, anche dal punto di vista psicologico. A loro, invece, questa cosa non capita mai.
Per Musetti, la fine dell’avventura alle ATP Finals sancisce anche il termine della stagione. È arrivato l’annuncio ufficiale per cui non parteciperà alla Coppa Davis, per questioni fisiche e familiari. Peccato: a Bologna, senza Sinner, Lorenzo sarebbe stato il top player dell’Italia, il punto di riferimento per Volandri e tutta la squadra azzurra. Ma anche poco male, a pensarci bene: il Musetti che abbiamo visto all’Inalpi Arena è un giocatore cresciuto esponenzialmente. Anche se ha perso, ha dimostrato che può continuare a crescere ancora.
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