Con Berrettini e Cobolli, l’Italia ha eliminato l’Austria e ha riacceso il suo feeling con la Coppa Davis

Gli Azzurri sono in semifinale per la quarta volta consecutiva, ma questa è solo una delle ottime notizie arrivate da Bologna.
di Redazione Undici 20 Novembre 2025 alle 02:19

Se siete dei frequentatori del sito tennis.com, il portale dove Stephen Tignor e altri grandi giornalisti di tennis pubblicano i loro pezzi d’analisi, avrete notato che la Home Page si apre con questo titolo: “ITALY LAUNCHES THE BID TO THREE-PEAT” – così, scritto in maiuscoletto che fa più effetto. Sono parole significative, sono anche impegnative, ma sono anche inevitabili dopo il primo giorno di Final 8 di Coppa Davis a Bologna: contro l’Austria, la squadra di Volandri ha dimostrato di avere tutto ciò che serve per puntare (di nuovo) alla conquista dell’Insalatiera. Nonostante le assenze di Sinner, Musetti e dei grandi talenti delle altre Nazionali ancora in gara, nonostante le critiche trasversali al format – insomma: nonostante tutto – l’Italia ha riacceso subito il suo feeling con il torneo. E l’ha fatto anche in un modo abbastanza epico, prettamente in stile-Davis, soprattutto se guardiamo all’andamento della prima partita, quella tra Matteo Berrettini e Jurij Rodionov.

Ecco, appunto: parliamo di Matteo Berrettini e del suo match. L’ex numero sei del mondo ha approcciato benissimo la sfida contro Rodionov, nel primo set sembrava in pieno controllo della sua forza esplosiva e della sua tecnica non banale, al punto che il suo avversario – attualmente appollaiato alla posizione 177 del Ranking ATP – non ha praticamente opposto resistenza. Poi però nel secondo parziale le cose sono cambiate, Berrettini ha dimostrato di non essere ancora al top, è andato sotto 5-2 e poi ha dovuto salvare tre set point sul 3-5, 0-40; in quel momento la prima palla è tornata a essere letale e gli ha permesso di recuperare e poi di prendersi la partita, e anche questo è un segnale molto confortante per lui, per Volandri, per l’Italia del tennis: magari Berrettini non sarà (più?) il campione in grado di battere qualsiasi avversario del circuito, ma se sta bene, anche solo al 75%, è ancora un giocatore estremamente solido, che possiede tutti gli strumenti tecnici e mentali necessari per sbrogliare situazioni intricate, set compromessi, partite già vinte e che invece cambiano volto.

C’è anche da dire che in Coppa Davis, almeno nel caso specifico di Berrettini, la sensazione è che tutte queste skill si manifestino con maggiore forza e con maggiore intensità. È stato lui stesso a spiegarlo in un’intervista postpartita sospesa tra consapevolezza e commozione, tra forza e debolezza, tra epicità e semplicità, anche perché il pubblico di Bologna sovrastava la sua voce con un tifo che metterebbe benzina nel cuore di chiunque, figuriamoci in una persona emotiva come Matteo:


Per Flavio Cobolli, schierato da Volandri per la sfida contro Filip Misolic, le cose sono state più semplici. O quantomeno sono andate in modo più lineare: il tennista romano, attuale numero 22 della classifica ATP, ha impiegato mezz’ora per chiudere il primo set, un set prima dominato e poi portato a casa con autorità, nonostante quattro palle break conquistate dall’austriaco nel sesto gioco. Stessa musica nel secondo parziale, con pochissimi momenti di sbandamento gestiti nel modo giusto: il 6-1 6-2 finale è un punteggio eloquente, che dice tanto sul valore assoluto di Cobolli e sulla netta superiorità dell’Italia rispetto all’Austria. Inutile aggiungere, o forse no, che anche il 23enne giocatore azzurro ha detto parole molto significative sul senso di questa Davis, su come questa giornata sia stata «la più bella della mia vita, visto che ho sempre sognato di indossare questa maglia e di farlo in Italia, sotto gli occhi dai miei compagni di squadra, degli amici e della famiglia. Abbiamo sentito il vostro supporto, ma è solo il primo giorno e abbiamo ancora bisogno di voi».

Il capitano Filippo Volandri, ovviamente, ha detto frasi meno emotive e più realistiche rispetto ai suoi giocatori: «Mi è piaciuto l’approccio dei ragazzi, questa partita nascondeva un sacco di insidie. Sono contento per come l’abbiamo preparata, i ragazzi sono stati strepitosi. Ma ora si alza l’asticella». Il riferimento è alla semifinale contro il Belgio, la quarta consecutiva per gli Azzurri, in programma venerdì: «Bergs lo conosciamo benissimo, Collignon abbiamo visto quanto vale soprattutto in Coppa Davis. Quanto fatto sicuramente non basterà, dobbiamo ancora migliorarci». Se è vero, e non c’è motivo per cui non debba esserlo, ecco come si spiega il titolo di tennis.com: in questo momento, in questa Davis criticata eppure magica, non sembra esserci un’altra squadra forte quanto l’Italia. Certo, poi in campo le cose possono cambiare, il tennis sa essere uno sport diabolico, ma le premesse sono davvero interessanti.

>

Leggi anche

Tennis
Il nuovo format della Coppa Davis sta ricevendo un sacco di critiche, ma l’ITF dice di avere «un enorme sostegno» nel mondo del tennis
Per ogni Sinner che si lamenta, «c'è un grande supporto da parte dell'intero mondo del tennis», sostengono i vertici federali.
di Redazione Undici
Tennis
La scelta di Sinner di rinunciare alla Coppa Davis non è solo legittima, è anche comprensibile
Il tennista numero due al mondo ha vissuto una stagione complicata, vuole prepararsi al meglio al 2026 e ha deciso di saltare l'evento più "sacrificabile".
di Alfonso Fasano