Matteo Berrettini è il singolarista numero due della rappresentativa italiana alla Coppa Davis 2025. Ma non si direbbe, nessuno lo direbbe mai, soprattutto dopo aver assistito alla partita contro Raphael Collignon. Ok, va bene, il tennista belga non sarà un campione di primo livello, dopotutto occupa l’86esima posizione nel Ranking ATP, ma Berrettini ha vinto in modo netto, in modo autorevole, dimostrando di essere tornato a un buonissimo livello. Viene da dire al suo livello-Davis, se consideriamo che quella contro il Belgio è addirittura la decima vittoria di fila raccolta da Matteo nei singolari valevoli per l’Insalatiera. Insalatiera che, a questo punto, diventa un obiettivo concreto per l’Italia, a maggior ragione se Berrettini continua a giocare come ha giocato finora.
In realtà, per Berrettini, la partita contro Collignon è andata addirittura meglio rispetto a quella contro Rodionov. E in fondo la grande notizia è proprio questa: Matteo ha imposto da subito il suo ritmo infernale al servizio, ma al tempo stesso non ha permesso al suo avversario di “appoggiarsi” alla sua forza, anzi spesso ha disegnato traiettorie contro-intuitive, difficilmente interpretabili. È così che Berrettini ha letteralmente dominato il primo set, un parziale in cui non ci sono stati contrattempi o cedimenti momentanei, in cui Matteo ha fatto valere la sua maggior forza, la sua maggior qualità, la sua maggior esperienza.
A un certo punto del secondo set, però, è venuto fuori anche quello che è il lato oscuro di Berrettini: un calo fisico o una specie di blackout mentale, vallo a sapere con certezza, Collignon che recupera il break subito in apertura e ha la palla per andare sul 4-2, Matteo che sembra sul punto di cedere. E invece è qui, in questo momento, che la partita si inclina in maniera definitiva: Berrettini indovina un dritto incrociato fulminante che Collignon quasi non ci crede, Matteo, Volandri e l’arena di Bologna esplodono, il punteggio è di nuovo sul 40-4o e l’inerzia della partita si colora di nuovo d’azzurro. Ecco il video del momento decisivo:
Questo punto!
È girato tutto intorno a questo colpo.
Set ripreso e poi in scia si è tornati all’inerzia iniziale.Bella partita e grande Matteo.#Berrettini #DavisCup pic.twitter.com/zQLeU0vhJi
— 🟡🔴⁴⁴ (@Lasciamosta) November 21, 2025
A quel punto, soprattutto dal punto di vista psicologico, non c’è stata più partita: Berrettini è tornato a dominare il campo ha chiuso velocemente il discorso, dimostrando di essere un “secondo singolarista” solo per caso, soprattutto in questa Coppa Davis priva di stelle accecanti. Tutto questo mette l’Italia in una splendida posizione, ovviamente in attesa della partita di Cobolli. Una vittoria porterebbe Volandri e i suoi giocatori alla terza finale consecutiva in Coppa Davis, un’impresa che non riesce da 25 anni esatti – l’Australia giocò l’ultimo atto nelle edizioni del 1999, del 2000 e del 2001. Un’impresa che, almeno fino a questo momento, sarebbe da ascrivere soprattutto al grande ritorno di Matteo Berrettini. Sarebbe una storia davvero bellissima, soprattutto se consideriamo che è da un anno esatto, cioè dalla Final Eight della Coppa Davis 2024, che Matteo non giocava a questo livello.