Cosa aspettarsi dalla finale di Coppa Davis tra Italia e Spagna

La squadra di Ferrer, anche se priva delle sue stelle, sta vivendo un grande momento d'entusiasmo. Ed è così che ha battuto la Germania in semifinale, proprio come l'Italia.
di Redazione Undici 22 Novembre 2025 alle 22:01

La buona notizia, per l’Italia del tennis, è che domani affronterà la Spagna senza Alcaraz. La notizia cattiva è che dall’altra parte della rete azzurra ci sarà una squadra in un momento meraviglioso tanto quanto la squadra di Volandri, se non di più. Nella selezione spagnola, infatti, non erano proprio certi di raggiungere la finale di Coppa Davis. Anzi, magari non lo confessavano a voce alta, ma pensavano fosse molto complicato eliminare una Germania solida e dal discreto talento, impreziosito dalla presenza del numero tre del ranking mondiale, Alexander Zverev, unico top ten presente nelle Final Eight di Bologna.

La speranza del capitano Ferrer era quella di trascinare la sfida fino al doppio. Si è fidato ciecamente della coppia Granollers/Martinez, che infatti non l’ha tradito. Sapeva che probabilmente avrebbe dovuto concedere il punto di Zverev, come è poi successo, nonostante un Munar molto combattivo che ha portato il tedesco due volte al tie-break. Su Carreno-Busta, invece, era abbastanza fiducioso, anche se il match contro Struff, numero 84 del mondo, è stato davvero complicato. Il bronzo olimpico a Tokyo 2020, sceso fino alla posizione numero 89 anche per qualche infortunio di troppo, ha dovuto rimontare dal 6-1 al tie-break nel secondo set, compiendo un’impresa che lo ha esaltato e gli ha garantito enorme fiducia.

​Struff è partito forte, mentre lo spagnolo – come ha ammesso lui steso • «è entrato molto nervoso, con le gambe che tremavano al servizio». Sotto di un game a metà set, Carreno Busta ha avuto la forza di recuperarlo e di chiudere il servizio al decimo game, sul 6-4.  Un boost di energia e adrenalina che gli ha permesso di migliorare il gioco da fondo. Nel secondo parziale, sul 5-4, ha anche sprecato tre match point, annullati da Struff, perfetto con delle prime di servizio potentissime. Il tie-break è stato così inevitabile. Struff è scappato sul 6-1, mettendo le mani sul set, ma proprio all’ultimo metro si è fermato, andando incontro a un clamoroso black out, consentendo allo spagnolo di rientrare e involarsi verso il punto dell’1-0. «Perdere così può succedere. E non ho commesso errori dettati dalla tensione. Lui ha continuato a lottare. Negli ultimi due punti la palla ha toccato il nastro rimanendo nella mia metà campo. Sono solo piccoli dettagli che hanno fatto la differenza», ha rivelato il tedesco a fine partita. Tutto sommato, considerando come sono andate le cose, l’ha presa meglio del previsto.

E previsto era anche l’1-1 di Zverev contro Munar. Il primo degli umani, dietro i due alieni Alcaraz e Sinner, se l’è però dovuta sudare. Il 36esimo del ranking nell’ultimo scontro diretto, alle Olimpiadi di Parigi, aveva raccolto solo quattro game, ma quella in Davis è stata una partita diversa. Munar ha dimostrato perché Ferrer lo ha scelto come primo singolarista, al netto delle assenze di Alcaraz e Davidovich-Fokina. Il maiorchino è stato davvero tosto, facendosi trovare pronto nello sfruttare gli errori di uno Zverev un po’ troppo spento. Il turning point del primo set è arrivato con un’accelerazione di dritto di Zverev al tie-break, conquistato con per 7-2 con un suo classico passante di rovescio. Sasha sembrava essersi sbloccato, ma il dritto ha funzionato solo a corrente alternata, e così e Munar lo ha sorpreso piazzando il break nel terzo game. Zverev lo ha recuperato abbastanza velocemente, ma non ha evitato un altro tie break. Nei momenti chiave è prevalso il maggior livello tecnico del 28enne di Amburgo, una sentenza al servizio con 13 ace e 83% di prime. Con percentuali così è stato facile fuggire sul 4-1 nel tie-break senza che Munar avesse la forza di riprenderlo, specie dopo due ore di gioco.

Decisivo, quindi, il doppio. Granollers/Martinez da una parte, Krawietz/Puetz dall’altra. Un Roland Garros e uno US Open nel palmares di Grannollers, il sesto posto nella Race di fine 2025 nel portfolio dei tedeschi. Match equilibrato doveva essere e match equilibrato è stato. Tre set e un’ora e trequarti di incontro, non pochi per un doppio. 6-2 3-6 6-3 il punteggio, con la coppia spagnola che ha mantenuto l’imbattibilità in Davis (sei vittorie su sei) e quella tedesca che ha perso la seconda sfida in 21 nella competizione. Granollers e Martinez hanno mostrato un po’ di feeling in più in tutte le piccolezze che determinano i doppi: la posizione al servizio, la comunicazione a rete, l’alternanza nel coprire diagonali e lungolinea.

In qualche modo, poi, lo volevano di più. Erano troppi, i sei anni passati dall’ultima finale, per una rappresentativa di Davis come la Spagna. Allora il trionfo era stato totale, decorato da una grande prestazione di Nadal. Ora gli spagnoli ci arrivano senza stelle di prima grandezza, Ma, come per l’Italia, con uno spirito di gruppo e un entusiasmo alle stelle. Domani alle 15 alla SuperTennis Arena forse non vinceranno i migliori, ma coloro che avranno il braccio più libero.

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