L’esultanza rabbiosa dopo la vittoria contro Carreño Busta, nella prima partita della finale di Coppa Davis a Bologna, dice tanto dello stato d’animo di Matteo Berrettini. Benché partisse da favorito, lui numero 56 del ranking contro l’84esimo, aveva comunque tutte le pressioni addosso. Quelle tipiche di un giocatore che in Davis si trasforma, si lascia alle spalle tutti i malanni di un fisico acciaccato da anni di infortuni e diventa una sentenza. Per lui è l’undicesima vittoria di fila nella competizione, arrivata, come ammesso nell’intervista post partita, dopo la sua «non miglior prestazione, ma quella con più cuore». Quello che molto spesso fa la differenza in una competizione così particolare come la Davis. Poi c’è l’aspetto tecnico, e in quel senso Berrettini è stato superiore a Carreño Busta fin dal primo minuto. Ha servito meglio, ha risposto meglio e soprattutto non ha consentito allo spagnolo di giocare da fondo campo.
THE DAVIS CUP MAN
Il martello della Coppa Davis colpisce anche la Spagna: 11 vittorie consecutive in Davis, 3 su 3 in questa edizione
Ha vinto con una grinta ed una fame da campione. Con il tricolore sul petto si esalta
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— IL CANTURINO TORNATO IN LBA 🤍💙🇮🇹 (3-5)×(11-4) (@IlCanturino_24) November 23, 2025
Nel primo set Berrettini ha dominato al servizio. Sei ace, quasi l’80% di prime di servizio vincenti, una solidità che ha ricordato il Matteo prime del 2021. Quando è andato a rete non ha mai sbagliato, trovando delle ottime smorzate, non forzando mai una palla corta quando non era necessario, chiudendo spesso il punto in pochi colpi, con servizio e dritto o servizio e volée. Un 6-3 meritato per il tennista azzurro, che ha gestito bene le profonde risposte di Carreño Busta, mettendo spesso sotto pressione lo spagnolo. Il break sarebbe potuto arrivare prima dell’ottavo game, ma qualche imprecisione di troppo sul dritto non gli ha permesso di sfruttare le chance che gli regalava costantemente l’avversario.
Carreño Busta, in passato top ten, è sembrato decisamente stanco, dopo la doppia rimonta di ieri contro Struff. Raramente è riuscito a spingere, in molti casi si è limitato a mandare la palla di là, con traiettorie centrali che hanno avvantaggiato la postura di Berrettini, in grado di mettersi con spalle e gambe in posizione corretta per sfoderare il suo potente dritto. La svolta del set è arrivata quando Matteo ha inserito il turbo in risposta. Ottavo gioco pazzesco dell’azzurro, salito 0-40 grazie a due errori con il dritto e uno di con il rovescio lungolinea di Carreño Busta. Lo spagnolo ha messo due grandi prime di servizio per annullare altrettante palle break, ma nulla ha potuto può sulla terza chance di Matteo, che ha seguito il consiglio di Flavio Cobolli di “guardare la palla” e ha chiuso con una meravigliosa volée di rovescio, rimediando al piccolo spavento di un dritto indebolito dal nastro. Nel game successivo Berrettini ha tenuto alta l’intensità a ha portato a casa il primo set, in 35 minuti di gioco, tenendo il turno di servizio con autorevolezza.
Il pugno subito pareva stesse mettendo k.o Carreño Busta, che per quasi tutto il primo game del secondo set ha subito un contraccolpo psicologico. Berrettini è infatti andato subito a un passo dal break, ma non ha concretizzato due possibilità in apertura di parziale. Sul 15-15, Carreño Busta ha fallito il back incrociato, per poi commettere il primo doppio fallo della sua partita (15-40). Si sono aperte così due palle break per Matteo, con Carreño Busta che ha annullato la prima con un ace esterno e ha sfruttato l’errore di dritto di Berrettini per il 40-40. Ai vantaggi lo spagnolo è stato perfetto e pur sudando freddo non ha perso il servizio.
Per tutta la parte centrale del set entrambi hanno tenuto facilmente la battuta, con l’azzurro che ha mostrato dei colpi incantevoli, come il passante di rovescio lungolinea molto “sinneriano”, a prendersi il 30-30 nel quinto game. Nel nono game il romano ha cambiato ritmo, facendo un paio di passettini in avanti e rispondendo sulla linea. Una strategia che ha freezato Carreño Busta che ha perso completamente la misura dello scambio. I due errori con il dritto dello spagnolo hanno spalancato le porte al break di Berretini che nel momento più importnate della partita ha sfoderato un fantastico rovescio giocato per lo 0-40. Alla seconda occasione ecco il break decisivo per salire 5-4 e andare a servire per il match. Giusto per far capire il suo status mentale, Matteo ha piazzato il tredicesimo ace del suo incontro, per poi concludere nel modo migliore possibile, con un game a zero, con quella battuta così potente da valere l’1-0 di una finale di Davis.