Altro che Zamparini. In Spagna, o meglio in Andorra, la palma di vulcanico mangia-allenatori spetta a Gerard Piqué. Che da sei anni è diventato il presidente del club di La Vella. E in questo frangente ha esonerato altrettante guide tecniche della squadra: l’ultimo a farne le spese, oggi, è Ibai Gómez (ex attaccante dell’Athletic Bilbao). La separazione è arrivata all’indomani del ko interno contro il Castellon per 1-3, il quarto all’interno di una serie negativa di otto gare senza vittorie. L’Andorra, da neopromossa in Segunda División, aveva iniziato il campionato piuttosto bene ma ora si ritrova ad appena +1 sulla zona retrocessione: una crisi di risultati che evidentemente ha portato Piqué alla drastica decisione. Ancora una volta.
Lo storico difensore del Barça e della Nazionale spagnola aveva intrapreso l’avventura di presidente già prima di smettere col calcio giocato nel 2023 (e a quel punto esplorare anche nuovi orizzonti, come fondare la Kings League: un’intuizione senza dubbio più remunerativa). Qualche traguardo importante è stato raggiunto, soprattutto il passaggio al professionismo tre stagioni fa per la prima volta nella storia dell’Andorra. All’epoca, dopo uno slancio illusorio, la squadra finì per pagare il salto di categoria. Ora però ha centrato una nuova promozione e ha l’obiettivo dichiarato di consolidarsi stabilmente in Segunda.
Spesso in questi casi ci vuole tempo, eppure Piqué non ne ha mai concesso granché. Breve carrellata: i primi a pagare le spese sulla panchina dell’Andorra sono stati Gabri e Nacho Castro. Poi è arrivata la scelta più durevole e felice, con Eder Sarabia – oggi allenatore dell’Elche, che ieri in Liga ha bloccato sul pari il Real Madrid – alle redini della squadra per oltre due annate. Trascinò l’Andorra in Segunda, quindi a un euforico settimo posto – a ridosso della zona playoff – che forse alzò un po’ troppo le aspettative. Nel 2023/24 infatti arrivò la retrocessione e l’esonero di Sarabia alla penultima giornata. Il suo successore, Ferran Costa, è rimasto in carica anche nella stagione successiva salvo saltare alla 20esima con i Tricolors impantanati a metà classifica. Gli è subentrato Beto Company, capace di mettere il turbo e centrare una nuova promozione a quel punto insperata. In estate però c’è stata la rottura pure con lui, visto che Piqué gli aveva preferito Ibai Gómez.
Forse oggi si sarà pentito di quella scelta. Fatto sta che l’Andorra deve tornare sul mercato degli allenatori, per la settima volta in nemmeno sette anni – Piqué aveva acquistato il club nell’ultimo giorno del 2018. E a La Vella e dintorni ormai ci si è fatti l’abitudine: chiunque sceglierà il patron, sentirà inevitabilmente la pressione di un ambiente in ogni caso fumantino. Qualche mese fa l’ex blaugrana aveva apostrofato il governo del Principato per non investire adeguatamente nella squadra più antica del Paese – a suo dire, preferendo puntare sul rugby e sul basket, a discapito anche delle infrastrutture calcistiche. “Se le cose non cambieranno presto, prenderemo provvedimenti: siamo il progetto sportivo più importante della regione, non possiamo accettare questo trattamento”. E pure sul campo Piqué ha palesato un certo nervosismo: il mese scorso era incappato in 9mila euro di multa, con l’avvertimento formale di una sanzione più severa, in seguito a uno scontro verbale con gli arbitri avvenuto nel postpartita contro il Leganes. “Questa è una fottuta vergogna”, aveva tuonato allora il campione del Mondo. In bocca al lupo al mister che verrà.