I test event per la pista di slittino, bob e di skeleton di Milano Cortina 2026 sono andati piuttosto bene, ed è un’ottima notizia

Un passo importante verso le Olimpiadi Invernali, per una delle infrastrutture-simbolo dell'evento a cinque cerchi.
di Redazione Undici 24 Novembre 2025 alle 16:11

Pista olimpica Eugenio Monti o Cortina Sliding Centre. Chiamatelo come volete, ma si tratta dell’impianto che, in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, ospiterà le competizioni di slittino, bob e skeleton. Tradotto in termini pratici: le tre discipline invernali di scivolamento. Nell’ultima settimana, a due mesi e mezzo circa dall’apertura delle Olimpiadi, i circa 1.700 metri di pista sono stati protagonisti della IBSF World Cup, valevole come test event ufficiale per lo Sliding Centre. Si tratta, in altre parole, della prima tappa di Coppa del Mondo di bob e skeleton, le due discipline che, a livello internazionale, gareggiano appunto sotto l’egida dell’International Bobsleigh & Skeleton Federation.

La struttura più rinomata in Italia negli sport di scivolamento, intitolata a un due volte oro olimpico nel bob, Eugenio Monti appunto, è tornata a ospitare una competizione ufficiale internazionale dopo 18 anni di stop alle attività. Per dare qualche numero: sono stati circa 370 gli atleti di bob e skeleton protagonisti delle gare, mentre 120 dello slittino saranno a Cortina in questi giorni per un allenamento ufficiale, valevole anch’esso come test event. Tutto questo mentre intorno si procede per completare l’opera dal punto di vista infrastrutturale. Sono ancora da ultimare, infatti, le parti destinate al pubblico, che a febbraio invaderà le Alpi per assistere alle competizioni. Intanto, però, la pista funziona bene, stando alle prime reazioni di chi l’ha provata al massimo della sua potenzialità, lanciandosi giù per il budello a velocità che toccano i 150 chilometri orari. A citare le impressioni positive dei protagonisti è anche Ivo Ferriani, ex bobbista italiano e da 15 anni a guida dell’IBSF. «Avere raccolto i commenti entusiastici degli equipaggi in gara», ha detto al Corriere del Veneto, «è il più importante dei riscontri. A detta di chi ha gareggiato è una pista tecnica, molto veloce che esalta le doti di chi è alla guida. Non sono state riscontrate criticità se non piccole correzioni che da qui a febbraio saranno messe a punto».

In attesa di vedere completata anche l’ultimissima fase di lavori, si tratta di un buon risultato. In questo modo è stato cancellato un inverno, lo scorso, passato tra polemiche contro l’abbattimento di numerosi alberi per la costruzione (nuove piantumazioni sono previste per sopperire ai tagli) e sfortunati imprevisti, come l’atto di sabotaggio datato 21 febbraio 2025. Quella mattina, infatti, si scoprì che qualcuno aveva staccato un tubo di refrigerazione della pista, danneggiando la struttura e rallentando i lavori, al tempo giunti nella fase finale e terminati ugualmente a marzo, 300 giorni dopo l’avvio.

Si punta molto sul Cortina Sliding Centre. Intanto, perché da solo ospita tutte le gare di tre delle sedici discipline presenti ai Giochi. In secondo luogo, la località veneta è una delle due sedi olimpiche principali in un evento più diffuso che mai, probabilmente la più affascinante per un certo tipo di pubblico, e non solo per quanto riguarda l’aspetto sportivo. Per questo, la buona riuscita del primo vero test event è una buonissima notizia in vista dì ciò che succederà nel 2026.

Ma come sono andate le gare? Non troppo bene per l’Italia, finita lontana dalle prime posizioni. Negli ultimi anni, discipline come bob e skeleton hanno sicuramente sofferto la mancanza di strutture di livello dove potersi allenare, e anche per questo motivo la ristrutturazione totale della “Eugenio Monti” non può che essere una buona notizia. Eppure, la tradizione del secolo scorso per quanto riguarda il bob è ricca di nomi finiti nell’almanacco delle Olimpiadi. Proprio a Cortina 1956 sono arrivate tre medaglie (una d’oro e due d’argento, conquistate tra gli altri proprio da Eugenio Monti). Anche lo skeleton italiano ha un posto speciale nella storia dei Giochi. Nel 1948 fu Nino Bibbia, atleta dell’epoca nella disciplina, a conquistare la prima medaglia azzurra di sempre nella storia dei Giochi Olimpici Invernali.

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