Negli ultimi anni, il settore dei diritti televisivi per gli eventi sportivi è cambiato radicalmente. Trasmettere i campionati non è più un affare limitato alle sole emittenti private o alle piattaforme specializzate. Siamo nell’era dell’attention economy: il nostro tempo e la nostra attenzione sono il vero profitto per le grandi multinazionali. In questo scenario, nulla attira e concentra il pubblico come lo sport, perché garantisce picchi di spettatori in tempo reale che sono praticamente impossibili da replicare per altri eventi. È per questo che le grandi manifestazioni live sono diventate un asset fondamentale e ambito da tutti, inclusi i giganti che non erano tradizionalmente legati al settore. È per questo che aziende come Apple (con Apple TV) e Amazon (con Prime) hanno già iniziato da tempo a trasmettere intere competizioni. Sulla stessa scia si stanno muovendo ora le grandi dello spettacolo: Netflix è pronta a fare il suo ingresso nel mondo del calcio, e lo vuole fare dalla porta principale. L’obiettivo è quello più ambizioso: assicurarsi i diritti televisivi della Premier League negli Stati Uniti.
Tuttavia, l’interesse di Netflix per lo sport non è affatto una novità, anzi. Da quando ha introdotto, a fine 2022, un piano di abbonamento più economico supportato dalla pubblicità, il gigante dello streaming ha radicalmente cambiato la sua strategia, aprendosi di fatto la strada verso gli eventi in diretta. E lo ha fatto acquistando subito i pezzi più pregiati: dalla trasmissione del Christmas Day di NFL al clamoroso scontro di boxe tra Mike Tyson e Jake Paul, nel novembre 2024. Quest’ultimo è stato un successo strepitoso, registrando ben 108 milioni di persone collegate: l’evento sportivo mondiale con più visualizzazioni in streaming di sempre. Passando per il tennis, dove trasmette da due anni il Six Kings Slam, il torneo d’esibizione giocato in Arabia Saudita. Ma ora la piattaforma di film e serie TV per eccellenza vuole fare un salto di qualità, mirando allo sport più seguito del pianeta: il calcio. Secondo il Times, un primo tentativo è già stato fatto: in Germania, Netflix ha presentato un’offerta per detenere i diritti televisivi della Supercoppa UEFA e della Champions League dal 2027 al 2031. Tuttavia, ad aggiudicarsi quei diritti per i tifosi tedeschi è stato Paramount+, un altro gigante di Hollywood.
Questo scenario conferma una tendenza: il futuro del calcio è sempre più intrecciato a quello dello spettacolo. Gli esempi di Paramount+, che detiene i diritti della Champions League negli USA dal 2021, e di Amazon Prime in Italia (sebbene con un pacchetto parziale) dimostrano come la narrazione sportiva si sia evoluta verso un necessario intrattenimento. Il calcio non può più fermarsi al campo: adesso, la sua missione è anche generare cultura, meme e contenuti virali. Deve essere pervasivo, a partire dalla messa in scena; il che significa che l’evento deve inondare ogni canale di discussione, mantenendo un alto interesse prima, durante e dopo il fischio finale. Proprio come succede con le serie tv prodotte a Hollywood, che si prendono la scena con trame avvincenti, che fanno parlare di sé per settimane e lasciano il pubblico con il fiato sospeso. Così, queste multinazionali vogliono fare lo stesso con lo sport. Attraverso l’uso di cortometraggi, video di presentazione cinematografici, grafiche dinamiche e una regia più spettacolare, l’obiettivo è trasformare il calcio in un contenuto accessibile in ogni momento e per chiunque, distaccandosi dai rigidi ritmi del gioco per assumere quelli, più manipolabili, indirizzabili e accattivanti, dello spettacolo.
L’ingresso di Netflix, Paramount+, Amazon Prime e Apple TV accende una nuova, feroce concorrenza per le TV tradizionali, confermando che il settore dei diritti sportivi è in piena espansione. Non a caso, questo interesse delle piattaforme è, secondo il Times, il motivo principale per cui le società di private equity prevedono una significativa crescita dell’industria. Questa dinamica si traduce direttamente nell’aumento del valore dei club, specialmente quelli inglesi. L’arrivo di ricchi accordi tra le piattaforme e i campionati porta indubbiamente più denaro nelle casse del calcio. Il rischio, però, è che questo flusso di capitale premi solo i club già al vertice: quelli di Premier League, più appetibili per i colossi dello spettacolo. Aumentando ancora il divario finanziario tra il campionato inglese e il resto del mondo.